Edili, venerdì sciopero nazionale e manifestazioni per il rinnovo del contratto

I sindacati: dalla Associazione dei costruttori e da Coop proposte

Rinnovare il contratto nazionale, scaduto da un anno, e le cui trattative si sono interrotte per l’irresponsabilità  delle controparti Ance e Coop: questa la richiesta- è scritto in una nota dei sindacati- che porterà  il 13 dicembre nelle piazze di Milano, Roma, Napoli e Palermo migliaia di lavoratori dell’edilizia, in occasione dello sciopero nazionale di 8 ore indetto da Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil a seguito dell’interruzione della trattativa per il rinnovo del CCNL industria, avvenuta lo scorso 21 novembre. In quell’occasione le organizzazioni datoriali Ance e Coop consegnarono una ennesima proposta di accordo, ritenuta dai sindacati “provocatoria ed indecente”, in cui si offriva ai lavoratori un aumento salariale di zero euro e l’eliminazione di fatto dell’indennità  professionale edile (APE), istituto contrattuale che garantisce il riconoscimento economico dell’anzianità  di mestiere caratterizzato dalla discontinuità  e dal “nomadismo” lavorativo.

Non si esce dalla crisi ridimensionando il contratto nazionale

Sempre disponibili a rinnovare un CCNL “in linea con gli accordi già realizzati nei comparti del cemento, lapidei, laterizi e manufatti, legno, piccole e medie imprese edili, e con la trattativa in corso con il settoreArtigianato dell’edilizia che auspichiamo possa  portare alla firma del rinnovo già  nel corso dei prossimi incontri. ” Feneal Filca Fillea
accusano le controparti di aver rappresentato in questa trattativa ”la parte più conservatrice degli imprenditori che vuole uscire dalla crisi ridimensionando il ruolo del CCNL, della contrattazione di secondo livello, della bilateralità , dei diritti dei lavoratori e delle regole necessarie ad una rigorosa competizione. Quella parte che preferisce
l’abuso dello straordinario al rispetto degli orari contrattuali e quindi a far crescere buona occupazione, quelli che vogliono una flessibilità esasperata aumentando la percentuale di tempi determinati, di somministrati e che gradirebbero l’introduzione del lavoro intermittente, quelli che vogliono cancellare la responsabilità  in solido, che rappresenta la vera conquista di legalità  degli edili.”
E molti dei problemi incontrati nella trattativa, per i sindacati derivano proprio da questo posizionamento di retroguardia dei costruttori e delle cooperative, cosa che solleva un’altra questione “la difficoltà di Ance e Coop di rappresentare realmente il settore. E’ per questo motivo che chiediamo norme che siano in grado di misurare l’effettiva rappresentanza di tutte le controparti. “ 

I costruttori hanno imboccato una strada senza ritorno

Per Feneal Filca Fillea “Ance e Coop hanno imboccato una strada senza ritorno, che ci allontana da un positivo rinnovo del CCNL ma sopratutto ci allontana dalla giusta via d’uscita dalla crisi, che non può prescindere dal rafforzamento della qualità  del lavoro e delle imprese, dando continuità  alle azioni comuni per una edilizia di qualità ” che per il nostro paese “è e resta la grande priorità  strategica, quella cioè di costruire in sicurezza e nel rispetto del territorio e delle
persone. Si continua invece a rincorrere la mera riduzione dei costi e dei diritti, senza alcun rispetto dei vigenti accordi interconfederali” e
rinnegando “il percorso comune che abbiamo iniziato nel 2009 con la sfida degli Stati Generali delle Costruzioni ed il manifesto comune sottoscritto dall’intera filiera per una edilizia basata su sostenibilità, legalità, qualità, regolarità  del lavoro” aspetto quest’ultimo che sempre più preoccupa il sindacato, perché “la riduzione delle risorse destinate al sistema dei controlli ha favorito la proliferazione nei cantieri di forme di lavoro anomale, come le false partite Iva. A dimostrazione, gli ultimi dati Censis sulle imprese immigrate, delle quasi 400mila oltre il 21% è nell’edilizia: formalmente imprese, in realtà  operai costretti a mettersi in proprio per poter continuare a lavorare” fenomeno sempre più dilagante “fino a qualche tempo fa concentrato sui lavoratori stranieri, più ricattabili per il permesso di soggiorno, ma ora diffuso anche tra gli italiani: tutti ricattati dalla minaccia di essere licenziati.”

Al governo: occorrono investimenti e scelte coraggiose per un nuovo modello di edilizia

Dai sindacati dito puntato anche verso il governo: “Né investimenti né scelte coraggiose per rilanciare il settore e per affermare e sostenere – come servirebbe e come stanno facendo altri governi europei con importanti risultati – un nuovo modello di edilizia basato sulla qualità  e sulla sostenibilità  sociale ed ambientale” e la stessa legge di stabilità “non dà  risposte ai lavoratori e ai pensionati, non dà  risposte certe sugli ammortizzatori sociali, non interviene per ridurre il peso fiscale
sul lavoro dipendente e sulle imprese che investono e assumono.” Un filo rosso unisce quindi  lo sciopero degli edili del 13 e la mobilitazione confederale del 14 “due mobilitazioni che chiederanno a gran voce a ciascuno di fare la propria parte per portare il paese fuori dalla crisi. I lavoratori stanno continuando a fare la propria, Governo e controparti dell’edilizia sono chiamate a rispondere le loro operato.”

Così le manifestazioni  a  Roma, Milano, Napoli, Palermo

Previste il 13 dicembre quattro manifestazioni interregionali, a Milano,
Roma, Napoli e Palermo
  · A Milano, dove confluiranno le delegazioni di Lombardia, Piemonte,
    Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia,
      Valle D’Aosta, prevista una manifestazione davanti al cantiere
      Expo 2015, con inizio alle ore 9.30, con concentramento al Varco
      Località Cascina Merlata Via Gottlieb Wilhelm Daimler. La
      manifestazione sarà  conclusa da Domenico Pesenti, segretario
      generale Filca Cisl.
A Roma confluiranno le delegazioni di Lazio, Toscana, Marche, Umbria,
    Abruzzo, con appuntamento alle 9.30 a Piazza SS Apostoli e conclusioni
    affidate al segretario generale Fillea Cgil Walter Schiavella.
A Napoli, si daranno appuntamento i lavoratori provenienti da Campania,
      Puglia, Calabria, Molise e Basilicata. Previsto un corteo con
      partenza alle ore 9.30 da Via Santa Lucia ed arrivo in Piazza dei
      Martiri, davanti la sede dell’Ance, dove concluderà  il segretario
      generale Feneal Uil Massimo Trinci.
A Palermo, corteo da Piazza 13 vittime alla Prefettura, passando per la
    sede Ance. Qui concluderanno i segretari nazionali dell’edilizia
      Emilio Correale, Salvatore Scelfo, Mauro Livi.
La Sardegna, per le evidenti difficoltà  legate all’emergenza post
alluvione, non sarà  presente alle manifestazioni se non con una piccola
delegazione.

 

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