Anche in gioielleria “vietato” usare banconote da 200 e 500 euro

ROMA – “Ancora una volta politica e governanti scendono in campo per complicare la vita alle piccole e medie imprese e agli operatori commerciali, già provati da una crisi economica profonda e duratura”.

La denuncia arriva dal presidente di Asso Preziosi Italia, Alessio Russo che prendendo le difese dei propri iscritti e di tutta la categoria degli orafi aggiunge: “Il provvedimento della Banca d’Italia datato aprile 2013 evidenzia quale possibile elemento di criticità, ai fini antiriciclaggio, l’effettuazione di operazioni in contanti e in particolare quelle che prevedono l’utilizzo di banconote da 200 e 500 euro. Questo a prescindere dall’importo complessivo dell’operazione. Lo svolgimento di transazioni con banconote di grosso taglio è, quindi, individuata quale elemento di attenzione in sé in quanto rappresentativo di un maggior rischio di riciclaggio e/o finanziamento al terrorismo poiché agevola il trasferimento di importi elevati di contante rispetto alle banconote di taglio minore, favorendo le transazioni finanziari non tracciabili”.

“Il provvedimento, in vigore dal 1° gennaio 2014, seppure rivolto agli operatori finanziari riveste aspetti d’interesse anche per gli operatori commerciali, tra cui i nostri associati, che effettuano operazioni legate alla cessione di beni e servizi legati al turismo ai sensi del Decreto Legge 2 marzo 2012, n. 16. In poche parole in un momento di grande difficoltà economica, il gioielliere dovrebbe effettuare verifiche sull’identità del compratore che si presenta con banconote da 200 e 500 euro, con il rischio elevatissimo di vederlo “fuggire via” spaventato”.

“Ci  verrebbe da chiedere  allora perché mettere in circolazione banconote di grosso taglio per poi costringerle a tracciarle e a segnalarle e, ove dovessimo dimenticarci di farlo, prenderci sanzioni, multe, more, ecc.. L’ennesima situazione grottesca come molte altre originate dai provvedimenti disposti da nostri governanti- conclude Russo”

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