UE. La ripresa è dietro l’angolo ma per l’Italia ancora un ribasso

ROMA – La Commissione UE vede la ripresa dietro l’ennesimo angolo con il Pil di Eurolandia a + 1,2 per cento nel 2014. Per l’Italia però la crescita è rivista al ribasso, appena +0,6 per cento, mentre a crescere ci penserà la disoccupazione che in Italia sarà al 12,6%  nel 2014. Per la Commissione anche il deficit è previsto rialzi la testa in Italia nel prossimo biennio.

E se i conti pubblici vanno male dipende anche dai conti privati che vanno peggio, per l’Istat le vendite al dettaglio hanno fatto registrare il calo più forte da quando esiste questa rilevazione. Meno 2,1 per cento il crollo rilevato. E anche negli acquisti alimentari il segno meno è sostanzioso, meno 1,1 per cento, una situazione che Confesercenti definisce da “emergenza nazionale” 

 

Commissione UE. Per l’Italia arriva la crescita ma è la più lenta

La Commissione Ue ha diffuso oggi l’aggiornamento delle previsioni economiche per il 2014 e 2015. Per l’Italia si prevedono due anni con il Pil in crescita decimale, più 0,6% per il 2014 e più 1,2% per il 2015. I numeri previsti per l’Italia sono nettamente inferiori a quelli previsti per l’Europa, nel 2014 +1,2% e nel 2015 +1,8% e ci piazzano davanti solo a Slovenia, Cipro e Finlandia, ma allo stesso livello della Grecia. Tra le grandi economie europee nel 2014 la Germania farà segnare +1,8%, Francia e Spagna +1,0%. Nel 2015, sempre secondo le stime della Commissione, nessuno dei 18 paesi dell’Eurozona accuserà una contrazione del Pil. In particolare Grecia e Irlanda avranno un +2,9%. La Germania +2,0%, Francia e Spagna +1,7%. L’Italia con un Pil previsto a +1,2% riuscirà a superare solo Cipro +0,9%.

 

 

Commissione UE. Crescita della disoccupazione in Italia. Debito in lieve calo

Le previsioni invernali 2014 della Commissione europea sono ottimistiche sui conti pubblici e ne confermano il consolidamento. Per Bruxelles “il rapporto deficit/Pil nel 2013 non supera la soglia del 3% prevista dai trattati europei, mentre per il 2014 è stimato a 2,6%, valore inferiore alle precedenti stime della stessa commissione (2,7%) e più vicino alle stime formulate dall’Italia (2,5%)”. 

Ad affermarlo è il Tesoro in una nota.
“Questo dato  è la conseguenza dell’abbassamento dei tassi d’interesse sul debito pubblico, la Commissione europea rivede la previsione sul debito in calo dal 134% al 133,7% del Pil, effetto anche della riduzione del rischio-paese. La Commissione stima una ripresa degli investimenti in Italia per la prima volta dal 2010, e a tassi superiori a quelli registrati negli ultimi dieci anni. Si tratta di una inversione di tendenza fondamentale per favorire l’aumento dell’occupazione”.

Ma per quest’anno la disoccupazione è prevista ancora in crescita fino al 12,6% rispetto al 12,2% del 2013, mentre nel 2015 dovrebbe cominciare una lenta discesa fino al 12,4%. Per l’Eurozona il tasso di disoccupazione è invece previsto in calo quest’anno al 12% (-0,1 punti) e all’11,7% nel 2015. 

 

Consumi. Crollo verticale. Meno 2,1 per cento e alimentari meno 1,1

Fanno tremare le vene ai polsi i dati snocciolati oggi dall’Istat in materia di consumi. Secondo l’Istituto di statistica a dicembre 2013 l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità che dei prezzi) diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre ottobre-dicembre 2013, l’indice registra una flessione dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti.

Nell’intero anno 2013 le vendite segnano una diminuzione del 2,1% rispetto all’anno precedente, sintesi di flessioni dell’1,1% per i prodotti alimentari e del 2,7% per i prodotti non alimentari.   E a pagare lo scotto sono sia i piccoli negozi di quartiere che i grandi centri commerciali, le vendite per forma distributiva evidenziano infatti, nel confronto con il mese di dicembre 2012, una flessione sia per la grande distribuzione (-2,7%), sia per le imprese operanti su piccole superfici (-2,4%).

Si tratta del calo annuo più forte da quando esistono serie comparabili, ovvero dal 1990.

 

Per Confcommercio è emergenza nazionale

Duro comunicato di Confesercenti che, commentando i dati Istat, dichiara in una nota ”Ormai siamo all’emergenza nazionale: la flessione record delle vendite nel 2013 certifica il terzo anno consecutivo di crollo della domanda interna. Per questo chiediamo che il nuovo esecutivo intervenga con urgenza con una strategia ‘shock’ per sostenere il reddito degli italiani e le aziende che si rivolgono al mercato interno, che rischiano la chiusura”. 

Confesercenti ricorda come nel solo commercio al dettaglio, nel 2013, si sia registrata la cessazione di 46.061 imprese, per un saldo finale di 18.618 unita’ in meno. Medesimo trend estremamente negativo anche per i negozi alimentari, che chiudono l’anno in rosso di 2.055 aziende. In totale, a fine 2013 rimangono 95.667 imprese alimentari, meno di 1,6 ogni mille abitanti. 

Per Confesercenti ”L’emorragia di chiusure dei negozi dipende dall’aumento eccessivo della pressione fiscale gravante su imprese e consumi, dall’Iva alle accise, e dalla pesante riduzione del potere d’acquisto dei cittadini a causa della crisi”. 

 

Istat. Cala anche la fiducia

Come se non bastasse l’Istat ha diffuso anche i dati sulla fiducia dei consumatori, anch’essi in ribasso. In particolare l’Istat vede a febbraio 2014 l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuire a 97,5 da 98,0 del mese precedente, Con la componente economica che aumenta da 92,3 a 

96,2 mentre diminuisce quella riferita al quadro personale (da 100,3 a 98,3). 

Da notare le differenze a livello territoriale con il clima di fiducia che aumenta nel Nord-ovest e al Centro, mentre diminuisce nel Nord Est e nel Mezzogiorno.

 

Amerigo Rivieccio

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