Confartigianato. Persi 1300 posti di lavoro al giorno nel 2013

ROMA – E’ un ‘bollettino di guerra drammatico’ quello stilato da Confartigianato in vista della presentazione del Job Act da parte del Governo, in relazione al numero dei posti di lavoro persi nel solo 2013.

Numeri inquietanti:  478 mila occupati in meno, ovvero 1311 posti di lavoro persi al giorno.  Significa che il numero dei disoccupati è aumentato di 369mila unità, pari al 13,4% in più in 1 anno, e di questi 158mila sono giovani tra 15 e 34 anni. Solo nel Lazio ogni giorno chiudono 91 imprese e gli imprenditori laziali impiegano 279 giorni di lavoro ogni anno per pagare tasse e imposte; le aziende artigiane costituiscono più del 90% del tessuto produttivo della regione e realizzano oltre l l’80% del PIL del territorio.

Per i 4.433.093 dipendenti delle micro e piccole imprese italiane fino a 50 addetti il cuneo fiscale costa 78.502 milioni, ricorda Confesercenti, e il presidente Giorgio Merletti avverte il Governo: “Attenzione alle scelte per ridurre il carico fiscale su cittadini e imprenditori. La coperta delle risorse a disposizione è corta: servono soluzioni equilibrate capaci di  la competitività delle nostre aziende. Non vorremmo si finisse per privilegiare alcuni settori, lasciando scoperti milioni di imprese e loro dipendenti esposti alla concorrenza internazionale”. Una situazione drammatica inutile negarlo.

Secondo quanto dichiarato da Confartigianato, la situazione occupazionale è influenzata anche dal sistema formativo.  In Italia, la percentuale  di under 25 che studiano e lavorano è appena del 2,8%, a fronte della media del 13,6% dei Paesi dell’Ue a 27. Inoltre Confartigianato segnala  che i diplomati degli istituti tecnici e professionali presentano una situazione occupazionale migliore rispetto a chi ha frequentato licei o ha avuto un’istruzione magistrale ed artistica.

E’ vero che le opportunità di trovare lavoro sono ostacolate dalla crisi ma è anche vero che alcuni  interventi normativi  hanno di fatto penalizzato un contratto a valenza formativa come l’apprendistato che, nel 2013, ha consentito l’11,5% delle assunzioni effettuate dalle imprese artigiane, a fronte dell’8,7% di apprendisti assunti dal totale delle imprese.  La vocazione dell’artigianato ad utilizzare  l’apprendistato è stata pesantemente compromessa dai maggiori costi e vincoli introdotti nel 2012 dalla riforma Fornero e dalle incertezze applicative provocate dalle tre riforme dell’apprendistato succedutesi nel triennio 2011-2013. 

Risultato: tra il 2012 e il 2013 le assunzioni di apprendisti nell’artigianato sono crollate del 33,8%, a fronte di una diminuzione del 16% per il totale delle imprese.

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