Confcommercio. Bilanci in rosso, licenziamenti e cassa integrazione

ROMA – La Confcommercio di Roma Lazio è in profonda crisi. Calano gli iscritti, i bilanci sono in rosso e il rischio è la cassa integrazione e il licenziamento per l’80% dei dipendenti. L’associazione, guidata da GiuseppeRoscioli, si vede dunque costretta ad effettuare una riduzione drastica delle spese per il personale.

L’ultimo verbale di accordo per la proroga della Cigfino al 30 giugno è stato firmato il 2 aprile in Regione. Ultimo atto, in ordine di tempo, di una serie di tagli che hanno ridotto il numero dipendenti. “La crisi è iniziata nel 2012, quando in tutto si contavano110-120 dipendenti – spiega Vittorio Pezzotti, rappresentante sindacale Filcams Cgil – Da quel momento, analogamente a quanto accade per altre realtà dell’associazionismo o dei partiti, a causa della crisi Confcommercio Roma si è trovata a fronteggiare un calo consistente delle iscrizioni e una morosità crescente degli associati. È emersa quindi la necessità di abbattere i costi per il personale di circa il 30%, portandoli da 5 milioni a 3,5 milioni di euro. Così, a partire dal 2012, prima c’è stata la cassa integrazione per una trentina di lavoratori, poi una decina sono stati messi in mobilità, ossia licenziati. Infine, dal 2013, una parte consistente dei dipendenti è in regime di cig in deroga”, chi al 100, 50, chi al 30, chi al 20 percento. “Ma abbiamo segnali – continua Pezzotti – che parte di questi non saranno reinseriti se, come sembra, Confcommercio non riuscirà a recuperare i soldi persi con il calo delle iscrizioni e la morosità di numerosi associati”. 

Il piano di ristrutturazione presentato in consiglio, in fatti,  prevede ulteriori tagli da qui alla fine dell’anno. Non si prevedono dunque risvolti ottimistici per il futuro. L’associazione  dovrebbe rimanere con 40 e i 50 dipendenti in totale tra Confcommercio Roma, Lazio e le società controllate: Com. Impresa Scrl; CatScrl e Promoter.

Ma non è tutto. La scure infatti non si è abbattuta solo sugli impiegati, ma anche su alcuni dirigenti, le cui buste paga sono state alleggerite anche fino al 50%. 

Intanto l’associazione ha già provveduto a vendere la sede di via Properzio a Confcommercio nazionale in cambio di un affitto «agevolato» per i nuovi uffici di via Marco e Marcelliano (Eur) dove l’associazione si è trasferita. Qui, dei 110-120 dipendenti che Confcommercio Roma aveva nel 2012, ne sono rimasti un’ottantina, alcuni dei quali cominciano anche a temere per gli stipendi che ad aprile non sono ancora arrivati. 

Domani, secondo quanto si è appreso, una delegazione composta dai presidenti di Confcommercio Roma e Lazio, Giuseppe Roscioli e Rosario Cerra, dovrebbe incontrare i vertici nazionali per discutere della drammatica situazione.

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