Rai. Lo sciopero non è “umiliante”. Fa parte delle cose normali

ROMA – In questi giorni si è fatta molta confusione sulla mobilitazione e sullo sciopero dei lavoratori della Rai. Quindi bisogna fare un po’ di chiarezza.

Noi abbiamo la preoccupazione che il decreto legge programmato dal governo, che è sostanzialmente il proprietario della Rai, metta in rischio la Rai nella sua dimensione di servizio pubblico e anche come grande impresa del nostro paese.  “Il primo tema  è la vendita delle quote di RaiWay, il sistema di rete della azienda. La separazione tra rete e azienda, che interessa anche altre aziende pubbliche, la consideriamo una perdita delle condizioni di sicurezza e di capacità competitiva. In più è un’operazione che se determina degli incassi a breve periodo, ma dei costi a lungo periodo,. L’idea che un sistema di reti pubbliche debba diventare un sistema di reti private da cui le aziende dipendo ci fa pesare che sia un perdita.

Il secondo tema che agita la discussione  è quello del non riconoscimento alla Rai di una quota del canone incassato dallo stato. Da semplice cittadino penso che il canone è una tassa di scopo, se cambia lo scopo, non è una variabile indifferente per chi deve pagare. Credo che sia un atto non etico, anche perché se non c’è bisogno delle risorse, il canone allora lo abbassi non lo sottrai. Oppure diventa un parte della tassazione ordinaria, ma non può essere un tassa di scopo.   

Il terzo tema che  è quello delle sedi regionali. Anche qui il tema non è di semplice razionalizzazione. Bisogna chiedersi qual è il patrimonio della Rai e decidere se si può fare servizio pubblico senza una diffusione capillare sul territorio. In realtà la Rai è la più piccola delle grandi aziende pubbliche dei paesi europei. E’ evidente che la concorrenza è sempre legittima, ma il servizio pubblico non vive di concorrenza tra privati, ma di regole concrete, presenti nel contratto. 

Lo sciopero dei lavoratori della Rai, quindi non è “umiliante” e i sindacati andranno avanti con la protesta se il decreto Irpef, con i tagli per l’azienda pubblica, non sarà cambiato. Non capisco cosa umili  perché i lavoratori con lo sciopero non si umiliano. Lo sciopero fa parte delle cose normali e la controparte deve saperlo. 

“Se cambiano le condizioni – ha aggiunto il segretario generale – si valuta e si apre un confronto, ma queste cose non le abbiamo sentite. O si apre un confronto o i lavoratori della Rai hanno

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