ROMA – La crisi ha eroso il tessuto produttivo italiano e mandato in fumo oltre un milione di posti di lavoro. Il Centro Studi di Confindustria, negli ultimi Scenari Industriali, è tornato a lanciare l’allarme «sopravvivenza» per le imprese italiane. In 12 anni le aziende sono diminuite di 120mila unità e gli occupati di 1milione 160mila unità.
In Italia, dunque, si è verificata una «massiccia erosione della base produttiva». E i dati del Csc tracciano «un quadro impietoso» con una contrazione, tra 2001 e 2011, di oltre 100mila unità locali e quasi un milione di addetti. Una riduzione proseguita nel biennio successivo: altri 160mila occupati e 20mila imprese in meno.
I’nsomma, lindustria italiana registra una «massiccia erosione della base produttiva» e, comparando i dati dei censimenti del 2001 e 2011 emerge «un quadro impietoso, con una contrazione di oltre centomila unità locali e quasi un milione di addetti. Che è proseguita nel biennio successivo: altri 160mila occupati e 20mila imprese perduti». La produzione industriale, cresciuta del 36,1% tra il 2000 e il 2013 a livello mondiale, in Italia «è in netta controtendenza» con un calo del 25,5%«. Il nostro Paese »fa peggio proprio laddove gli altri vanno meglio, con rare eccezioni. Il divario si era già aperto prima del 2007. Si è allargato drammaticamente dopo«. Nei più grandi paesi avanzati, rileva il CsC, »la politica industriale è tornata a essere utilizzata come leva normale di governo dell’economia, con la stessa dignità di quelle bilancio e monetaria. Anche in ciò il comportamento dell’Italia diverge«.