Le imprese italiane pagano oltre 10 miliardi di tasse ogni anno

Bortolussi: “In Europa le nostre aziende subiscono lo sforzo fiscale più pesante. Nel 2014 la pressione fiscale è destinata ad aumentare e toccherà il record storico del 44 per cento”

 

VENEZIA – Le imprese italiane pagano la bellezza di 110,4 miliardi di tasse all’anno. In Europa, sottolinea la CGIA, solo le aziende tedesche pagano in termini assoluti più delle nostre, anche se va ricordato che la Germania conta oltre 80 milioni di abitanti: 20 più dell’Italia. Se calcoliamo la percentuale delle tasse pagate dalle imprese sul gettito fiscale totale, a guidare la classifica europea è il Lussemburgo, con il 17 per cento. Sul secondo gradino del podio si posiziona il nostro Paese, con il 16 per cento, mentre al terzo troviamo l’Irlanda, con il 12,3 per cento.

Tra i nostri principali competitor segnaliamo che la Germania fa segnare l’11,6 per cento, il Regno Unito l’11,2 per cento, la Francia il 10,3 per cento, mentre la media dell’Ue dei 15 è pari all’11,3 per cento.

“Alle nostre imprese – segnala Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – viene richiesto lo sforzo fiscale più pesante. Nonostante la giustizia sia poco efficiente, il credito sia concesso con il contagocce, la burocrazia abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione  sia la peggiore pagatrice d’Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, la fedeltà fiscale delle nostre imprese è al top”.

Il risultato ottenuto dal Lussemburgo merita una riflessione. Come è possibile che il Granducato guidi questa speciale graduatoria se è riconosciuto internazionalmente come un “paradiso fiscale” ? Innanzitutto, va ricordato che questo piccolo Paese conta solo 500.000 abitanti: pertanto, il gettito fiscale complessivo è molto contenuto. Grazie ad una forte fiscalità di vantaggio,  sono moltissime le multinazionali che hanno deciso di pagare le imposte in Lussemburgo. Di conseguenza, nonostante paghino pochissimo, l’incidenza su un gettito complessivo relativamente molto contenuto fa apparire le imprese lussemburghesi molto “generose”. In linea generale questo ragionamento vale anche per l’Irlanda. 

Purtroppo, le brutte notizie in materia fiscale non finiscono qui. Per l’anno incorso, denuncia la CGIA, la pressione fiscale nel nostro Paese è destinata ad aumentare e a raggiungere il record storico, eguagliando la soglia raggiunta nel 2012: ovvero il 44 per cento. Rispetto al 1980, l’aumento del carico fiscale sui contribuenti italiani  è stato di ben 12,6 punti percentuali.

“Gli effetti legati alla rivalutazione delle rendite finanziarie, all’aumento dell’Iva, che nel 2014 si distribuisce su tutto l’arco dell’anno, all’introduzione della Tasi e, soprattutto, all’inasprimento fiscale che graverà sulle banche, compensano abbondantemente il taglio dell’Irap e gli 80 euro lasciati in busta paga ai lavoratori dipendenti con redditi medio bassi. Alla luce di tutto ciò, la pressione fiscale di quest’anno è destinata a salire di 0,2 punti percentuali rispetto al livello raggiunto l’anno scorso”.

FISCO E IMPRESE NELL’EUROPA DEI 15

Rank

Nazioni

% Tasse           Tasse

pagate dalle     pagate

imprese su        dalle

gettito fiscale   imprese

totale (*)

 

Milioni di euro

1

Lussemburgo

17,0

2.864

2

Italia

16,0

110.474

3

Irlanda

12,3

5.784

4

Belgio

12,1

20.583

5

Spagna

11,7

39.247

6

Germania

11,6

121.014

7

Paesi Bassi

11,4

26.589

8

Regno Unito

11,2

76.589

9

Austria

11,1

14.653

10

Portogallo

10,8

5.794

11

Grecia

10,3

6.745

12

Francia

10,3

94.179

13

Finlandia

9,4

7.960

14

Danimarca

8,2

9.671

15

Svezia

7,8

14.024

 

Unione Europea

11,3

538.684

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Eurostat

 

(*) E’ un indicatore che aiuta a comprendere l’elevato livello di tassazione a cui sono sottoposte le aziende: misura  l’incidenza percentuale delle tasse pagate dalle imprese sul gettito fiscale totale. Come si può vedere, le imprese italiane sono tra le più tartassate. Le imposte considerate in questa analisi sono: IRAP, IRES, quota dell’IRPEF in capo ai lavoratori autonomi, ritenute sui dividendi e sugli interessi, imposte da capital gain. Non sono state considerate altre forme di prelievo per le quali non è possibile effettuare un confronto omogeneo con gli altri paesi considerati in questa comparazione. Ci riferiamo ai contributi previdenziali, all’IMU, al tributo sulla pubblicità, alle tasse sulle auto pagate dalle imprese, alle accise, ai diritti camerali, etc.

Nota I dati si riferiscono al 2012 (ultimi disponibili) e sono relativi all’”Europa a 15”. La percentuale relativa all’Italia è stata integrata in modo da considerare anche la quota IRAP relativa al costo del lavoro del settore privato, che nelle tabelle originarie di Eurostat viene attribuita in capo ai redditi da lavoro dipendente.

 

 

 

 

 

– Serie storica – Pressione fiscale, pressione tributaria e pressione contributiva (in % sul Pil)

Anni

Pressione tributaria

 

(a)

Pressione contributiva

(b)

Pressione fiscale

 

(c)=(a)+(b)

1980

17,6

13,8

31,4

1981

17,9

13,2

31,1

1982

20,3

13,8

34,1

1983

22,0

14,3

36,3

1984

21,5

13,4

34,9

1985

21,1

13,5

34,6

1986

21,3

13,7

35,0

1987

21,8

13,6

35,4

1988

22,9

13,7

36,6

1989

23,7

13,6

37,3

1990

24,2

14,0

38,2

1991

24,9

14,3

39,2

1992

27,1

14,6

41,7

1993

27,9

14,8

42,7

1994

26,1

14,5

40,6

1995

26,7

14,2

40,9

1996

26,8

14,6

41,4

1997

28,5

14,9

43,4

1998

29,5

12,7

42,2

1999

29,7

12,2

41,9

2000

29,0

12,3

41,3

2001

28,9

12,1

41,0

2002

28,2

12,3

40,5

2003

28,5

12,5

41,0

2004

27,9

12,5

40,4

2005

27,4

12,7

40,1

2006

29,1

12,6

41,7

2007

29,6

13,1

42,7

2008

28,9

13,7

42,6

2009

29,0

14,0

43,0

2010

28,8

13,8

42,6

2011

28,8

13,7

42,5

2012

30,2

13,8

44,0

2013

30,0

13,8

43,8

2014

30,4

13,6

44,0

       

Fonte ISTAT e MEF (DEF aprile 2014)

 

Serie storica aggiornata all’ 8 aprile 2014

   

 

 

 

 

Report elaborato il 27 giugno 2014

 

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