Alitalia Etihad in dirittura d’arrivo. Il 20 sciopero di piloti a assistenti

ROMA – Siamo in dirittura d’arrivo. Questo fa intendere il ministro Maurizio Lupi che auspica la chiusura della trattativa tra Alitalia e Etihad entro la prossima settimana. “I tempi per assumersi le responsabili sono stretti – aggiunge il ministro – . Da martedì si lavorerà ad oltranza su tutti i punti che sono stati posti e alla fine ognuno si assumerà le sue responsabilità.

C’è una grande opportunità di piano industriale, credo che nessuno lo voglia sprecare. L’obiettivo del Governo è rilanciare la Compagnia di bandiera; l’occupazione  si crea solo se finalmente c’è sviluppo e sviluppo  industriale”.  E poi: “Rispetto alla ricollocazione degli esuberi Lupi riferisce che i sindacati hanno fatto delle  proposte, alcune mi sembrano un percorso intelligente. Ora dobbiamo parlare insieme con sindacati e azienda”.

Tuttavia l’obiettivo per Lupi rimane quello  di determinare il minor  impatto sociale attraverso la verifica di un’eventuale  “ricollocazione degli esuberi con riguardo alle  esternalizzazioni o al rinnovo di attività che possono  tornare in Italia e poi, ovviamente, mettendo a disposizione  gli ammortizzatori sociali e gli strumenti preposti perchè  con attenzione venga data risoluzione anche a questo  problema”. Come non è dato a sapere, considerando che il ministro Poletti pochi giorni fa ha lanciato l’allarme proprio sugli ammortizzatori sociali per i quali manca esattamente un miliardo di euro.

L’appuntamento è quindi alle 12,30 di martedì 8 luglio, giorno in cui Governo, Alitalia e sindacati dovranno trovare un accordo con l’obiettivo di far decollare questo piano di cui nessuno ne conosce esattamente la portata e i dettagli salienti.

Uno dei nodi da sciogliere rimane sempre quello degli esuberi. “Nella vertenza sui 2.251 esuberi in Alitalia non esiste il  prendere o lasciare, Per noi – ha detto la leader della Cgil, Susanna Camusso – il confronto ha la finalità di non determinare eccedenze di personale. Gli accordi li fanno le condizioni di merito che li determinano, non le date. Se c’è la volontà si può fare però dipende dalle condizioni di partenza”. E infine: “Abbiamo detto con nettezza che non si può avere un’altra vicenda Alitalia con migliaia di esuberi”.

I dubbi, tuttavia, non arrivano solo dai sindacati. Anche il  presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro pone le sue condizioni per una ipotetica pace sociale: “Senza la piena adesione del sindacato al piano industriale di Alitalia non siamo disposti a partecipare al finanziamento”. “Ieri – ha ricordato Gros-Pietro – c’è stato un incontro a Palazzo Chigi a cui ha partecipato il nostro amministratore delegato. Per quanto riguarda le banche ci si avvia ad un accordo». «Da parte nostra – ha osservato ancora – noi abbiamo condizionato la partecipazione all’accordo al fatto che tutti i problemi posti sul tavolo da Etihad vengano risolti, a partire dall’accordo con i sindacati”.

Inutile dire che questa alleanza sa già di vecchio, almeno per le modalità adottate. Nel frattempo il 20 luglio piloti e assistenti di volo incroceranno le braccia per 24 ore contro la mancata convocazione da parte del ministro dei Trasporti sugli esuberi. Insomma il gioco è noto. Il timore è che al tavolo si siedano, com’è successo in passato,  i sindacati, tranne quelli di categoria.  Una discriminazione non più accettabile.

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