Alitalia, grande caos. I lavoratori non votano al referendum, sindacati spaccati

ROMA  – Ancora un colpo di scena in Alitalia. La vicenda si fa sempre più ingarbugliata. Infatti il referendum sugli accordi integrativi che comportano una riduzione del costo del lavoro, firmato da Cisl, Cgil, Ugl, Usb, non ha raggiunto il quorum. Su 13.200 dipendenti solo 3.500 hanno espresso il loro parere. Tra i 5400 addetti del personale navigante, piloti e assistenti di volo,  solo il 3% ha votato in 25 ore di seggi aperti.

Quindi il boicottaggio lanciato da Uilt e sindacati di categoria Anpav, Avia, e Anpac, è stato raccolto dai lavoratori che di fatto sanciscono di non voler accettare la solita ‘mannaia’ sul costo del lavoro. 

Marco Veneziani, segretario generale aggiunto della Uilt, ha  dichiarato a fronte di questo risultato, che l’accordo non può essere applicato agli iscritti della Uil trasporti e delle altre sigle che non hanno siglato l’intesa e, inoltre, non può essere applicato neanche ai non iscritti ai sindacati. Dunque la necessità di tornare al tavolo per un nuovo accordo. Ma a sancire la totale spaccatura esistente tra i sindacati, che ormai sembrano parlare lingue differenti tra loro, è la reazione di Giovanni Luciano, segretario generale della Fit Cisl, che in un tweet spiega invece che l’accordo rimane valido, avendo votato il 30% dei lavoratori dell’Alitalia, e di questi, l’80% si è espresso a favore dell’accordo.  Luciano afferma: “Quorum mancato, accordo valido”, Veneziani: “Quorum mancato, accordo bocciato”.I sindacati firmatari inoltre in una nota congiunta fanno sapere, che trattandosi di un referendum abrogativo, l’accordo resta valido. Sempre secondo le tre organizzazioni sindacali di categoria infatti “i tempi stretti e l’invito alla non partecipazione al voto da parte di Uil non hanno consentito il raggiungimento del 50%+1 degli aventi diritto. In poco meno di 36 ore era quasi impossibile raggiungere il quorum. Ma – spiegano – nonostante le oltre mille persone in Cigs a zero ore, e quindi non in servizio, il periodo estivo e quindi feriale, la oggettiva difficoltà per il personale navigante e turnista, il numero dei votanti indica la volontà dei lavoratori di partecipare e di confermare la validità degli accordi”. Insomma interpretazioni differenti, messaggi differenti, stessa confusione di sempre. Per Filt cisl, Fit cgil e Ugl, “adesso tocca all’assemblea dei soci decidere sia sulla continuità aziendale che sull’ingresso di Etihad”. 

Oggi intanto l’assemblea dell’Alitalia, è chiamata ad approvare il bilancio 2013 che si è chiuso con una perdita di 569 milioni di euro e un aumento di capitale da 250 milioni di euro. All’ordine del giorno non è prevista la discussione sull’accordo con Etihad. 

Tuttavia  corre voce di un ultimatum che  la compagnia emiratina avrebbe imposto. «Su Alitalia non c`è nessun ultimatum, c`è solo bisogno di chiarezza», ha replicato il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Maurizio Lupi. «Non abbiamo lavorato inutilmente per sette mesi- ha proseguito – sette mesi fa Alitalia era sull`orlo del baratro. Lo Stato pagava il fallimento su un`azienda e si parlava non di 2.950 lavoratori messi in mobilità, ma di 13.000 lavoratori e dell`intero sistema aeroportuale italiano in ginocchio. Si è lavorato seriamente e trovato un grande partner internazionale, c`è una grande opportunità di sviluppo. Etihad non dà ultimatum, ha posto delle condizioni come è giusto che sia. A queste condizioni devono rispondere lavoratori e soci privati. Tutti sanno com`è la questione, o il baratro o lo sviluppo, in questi mesi ho visto grande responsabilità da lavoratori e sindacati, ora mi dispiace vedere quella che sembra una gara a chi prende più iscritti o difende di più una categoria piuttosto che un`altra».

Ma non è tutto. Air France intanto fa sapere di non voler rafforzare le partnership di Alitalia. Alexandre de Juniac, numero uno di Af-Klm, durante una conferenza stampa ha espresso un parere positivo su una possibile ingresso di Etihad nel capitale di Alitalia, operazione che farebbe calare la quota detenuta dal vettore franco-olandese nella compagnia di bandiera italiana. Air France-Klm,  azionista di Alitalia con il 7,01%, non parteciperà dunque all’aumento di capitale da 200-250 milioni approvato ieri  dalla compagnia italiana. de Juniac ha infine sottolineato: “La situazione di Alitalia è difficile, non vedo altre soluzioni se non Etihad. Alitalia è una  nostra partner e non è nel nostro interesse che i nostri partner vadano male”.

 

 

 

Condividi sui social

Articoli correlati