Industria. Il governo abbia il coraggio di voltare pagina

ROMA – Dai dati odierni sulla produzione industriale arriva l’ennesima conferma del pessimo andamento economico del nostro Paese.L’Istat attesta -0,1% ad ottobre, -3% sull’anno.La spiegazione per tale tracollo è quasi ovvia: non si produce perché non si consuma. 

Basti pensare che nel triennio 2012-2013-2014 la contrazione dei consumi delle famiglie, secondo quanto rilevato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, risulta pari a -10,7%, percentuale che equivale ad una diminuzione complessiva della spesa delle famiglie di circa 78 miliardi di Euro.

Causa principale di tale tendenza è la forte contrazione del potere di acquisto delle famiglie avvenuto negli ultimi anni: -13,4% dal 2008.  L’elemento chiave, che causa e allo stesso tempo alimenta questo pericoloso andamento, è la crisi del mercato occupazionale. Le famiglie devono far fronte alla perdita del lavoro, o alla cassa integrazione, di conseguenza riducono drasticamente i propri consumi e modificano le proprie abitudini (per avere un’idea basta guardare all’impressionante contrazione dei consumi alimentari e delle spese relativa al comparto sanitario dal 2008 ad oggi, pari rispettivamente a -11,6% e-23,1%). 

Di fronte a un andamento simile della domanda interna la produzione non può che subire una forte frenata, alimentando ulteriormente ed in maniera sempre più drammatica la disoccupazione.

È evidente che la via d’uscita per risollevare il sistema economico ed aprire una nuova stagione di crescita è il rilancio dell’occupazione. Da tempo chiediamo al Governo di intervenire in maniera determinata, ma soprattutto concreta, avviando un piano straordinario per il lavoro.A tale scopo dovranno essere destinati tutti i fondi ricavati attraverso:

– lotta a sprechi, privilegi, abusi;

– severa azione di contrasto all’evasione fiscale;

– vendita del 20% delle riserve auree;

– utilizzo dei fondi europei.

Dalla ripresa degli investimenti per la ricerca e lo sviluppo alla realizzazione di opere infrastrutturali e di messa in sicurezza (soprattutto al Sud), dall’avvio di un programma per il turismo volto a valorizzare e migliorare l’offerta culturale e l’accoglienza nel nostro Paese all’adeguata preparazione per gli importanti appuntamenti che vedono protagonista l’Italia nei prossimi anni (Expo2015 e Matera2019): le linee sulle quali intervenire sono molte e possono portare importanti benefici alla nostra economia, manca solo la volontà ed il coraggio di sfruttare tali opportunità.

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