Lavoratori Auchan in piazza contro i licenziamenti

ROMA –  “Non rassegnatevi. Bisogna contrastare questa multinazionale, non rinunciare ad una lotta giusta in difesa dei posti di lavoro. Noi condanniamo un”azienda che, dopo aver  occupato il nostro territorio e aumentato i centri commerciali, di fronte alla crisi decide di tagliare 1426 posti di lavoro”.

Questo il messaggio che il leader Cgil, Susanna Camusso, invia a tutti i  lavoratori in piazza contro la decisione del gruppo Auchan di avviare  le procedure per il licenziamento collettivo di 1426 lavoratori in tutta Italia.

“Serve una grande vertenza nazionale; lo diciamo al governo ma anche a tutte le amministrazioni locali perché questo è il frutto dell’assenza di una politica del commercio e della distribuzione”, aggiunge,  assicurando che il sindacato non abbandonerà i lavoratori per  “riuscire a raggiungere un accordo positivo che salvaguardi  l’occupazione”.

Nel fgrattempo i lavoratori sono scesi in piazza in tutta Italia per protestare  contro il piano di rilancio del gruppo francese che ha azzerato unilateralmente il contratto integrativo. Una mobilitazione cui si aggiungeranno altre 8 ore di sciopero ancora da programmare e che si svolgeranno a livello territoriale. Tanti e capillari i presidi organizzati nel Paese per dare visibilità alla protesta, Roma, Milano, Venezia, Palermo, per citarne solo alcuni; “les jeux ne sont pas faits pour les syndacts italiens”, ironizzano i sindacati di categoria, Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs, che attaccano il gigante della  distribuzione.

“E’ inaccettabile che ad oggi uno dei più grandi operatori stranieri della grande distribuzione commerciale presenti nel nostro Paese non abbia ancora presentato un piano di rilancio aziendale credibile finalizzato a fronteggiare la crisi delle vendite del Gruppo”, si legge in una nota congiunta dei sindacati in attesa che il Mise attivi un tavolo di confronto con cui cercare di ricomporre la vertenza.

 A solidarizzare con i lavoratori anche Rifondazione comunista: “Auchan, come altri gruppi multinazionali della grande distribuzione, vuole scaricare la crisi sui lavoratori, dopo aver desertificato il piccolo commercio. Usano la crisi per ridurre fortemente il costo del lavoro e ricorrere ulteriormente alla flessibilità del lavoro.  Purtroppo la deregulation del commercio impedisce oggi anche alle  istituzioni locali e regionali di poter esercitare pressioni forti  visto che sono state private di qualsiasi potere di regolamentazione  delle aperture”, accusa Paolo Ferrero che chiede alla politica, “che  fin troppo ha regalato a Auchan, di far sentire la sua voce”.

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