Grecia. Merkel: Se fallisce l’euro, fallisce l’Europa

BERLINO – “Se fallisce l’euro fallisce l’Europa”. E’ questa la preoccupazione della cancelliera tedesca Angela Merkel, forte dell’economia del suo Paese.

Lo ha detto oggi  parlando al suo partito, l’Unione Cristiano-Democratica (Cdu), mentre ancora non è stata trovata una soluzione alla crisi greca. “Se si perde la capacità di trovare compromessi, anche l’Europa è persa”, ha detto.

“L’Europa vive della capacità di trovare accordi”, ha ricordato la cancelliera, sottolineando come “solidarietà e sforzi individuali sono le fondamenta su cui lavoriamo insieme”. Oltre a ripetere la formula diventata ormai il suo ‘motto’ da quando è scoppiata la crisi greca, “se fallisce l’euro, fallisce l’Europa”, la cancelliera ha ricordato che “dobbiamo lottare per questi principi”. 

Principi alquanto confusi quelli della Merkel, che forse farebbe bene a mandare qualche osservatore internazionale nella penisola greca per osservare più da vicino come stanno vivendo i cittadini greci. Anzi, sopravvivendo.

Inoltre la Merkel aggiunge che la Grecia non potrà ottenere un finanziamento ponte fra il programma in scadenza domani e un eventuale nuovo programma: “Non c’è alcun fondamento giuridico”, ha spiegato. La cancelliera ha sottolineato che “le condizioni” per i trasferimenti di risorse “sono molto chiare”. “Questo programma è ancora dell’EFSF – ha aggiunto Merkel – se si volesse pensare a un nuovo programma questo farebbe capo all’ESM e il Bundestag tedesco dovrebbe pronunciarsi, se Atene presentasse una richiesta, per autorizzare il governo tedesco” a procedere a delle trattative.

Alla preoccupazione della Merkel si aggiunge quella del presidente della Commissione europea

Un no dei greci al referendum – afferma il  Jean-Claude Juncker  – vorrebbe dire che la Grecia dice no all’Europa”. “Tutto il mondo – ha aggiunto – riterrà che un no significherà che la Grecia vuole prendere le distanze dalla zona euro e dall’Unione”.

 “Io ho fatto tutto il possibile per raggiungere un accordo – precisa Juncker – e non meritiamo le critiche  che ci sono rivolte. Né io né Dijsselbloem che si è fatto in  quattro per lavorare ad un accordo”.

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