Ikea Italia, domani 11 luglio sciopero nazionale per una paga dignitosa

I sindacati al fianco dei 6mila co-workers contro i tagli lineari sulle retribuzioni. No alla riduzione delle maggiorazioni, no alla trasformazione del premio fisso in variabile

ROMA – Incroceranno nuovamente le braccia domani  i dipendenti di Ikea Italia per protestare contro le inaccettabili proposte avanzate al tavolo per la definizione del nuovo integrativo aziendale.
I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che hanno indetto lo sciopero nazionale per l’11 luglio, non si piegano ai tagli lineari su maggiorazioni per lavoro domenicale e festivo e sulla trasformazione del premio aziendale fisso in elemento variabile, proposte peraltro presentate dal marchio svedese dopo la disdetta della contrattazione integrativa annunciata nelle scorse settimane.
Per le tre sigle è inaccettabile che la crescita e lo sviluppo si finanzino esclusivamente sui salari degli oltre 6mila co-workers italiani che hanno contribuito a rendere Ikea uno dei leader mondiali dei mobili e accessori low cost; lavoratori per la stragrande maggioranza con contratto di lavoro part time disposti a sacrificare la vita familiare e sociale per l’affermazione della leadership del colosso della grande distribuzione e ai quali oggi si chiede di rinunciare al sacrosanto diritto ad una paga dignitosa!
L’11 luglio in tutti i 21 punti vendita italiani si svolgeranno mobilitazioni e presidi a sostegno della vertenza, Ancona, Bari, Bologna, Brescia, Chieti, Firenze, Milano, Napoli, Parma, Padova, Pisa, Rimini e Torino ovunque i dipendenti si stanno organizzando con flash mob e iniziative.

A Firenze, Roma Anagnina e Napoli Afragola interverranno rispettivamente i segretari nazionali Giuliana Mesina per la Filcams Cgil, Vincenzo Dell’Orefice per la Fisascat Cisl e Ivana Veronese per la Uiltucs. Le organizzazioni sindacali auspicano la migliore riuscita dello sciopero, e invitano l’azienda ad ascoltare le voci e le richieste dei suoi lavoratori, nonché a rispettare regole e diritto allo sciopero.

Condividi sui social

Articoli correlati