Anche Confindustria dà l’allarme. Crisi più dura e ripresa più lenta

ROMA – Evidentemente la primavera dell’ottimismo è arrivata solo a Palazzo Chigi visto che il Centro Studi di Confindustria ha reso noto uno po’ di conti che disegnano un paese che sta chiudendo i battenti.

Secondo CSC dopo l’ultimo punto di picco dell’economia italiana e mondiale, avvenuto alla fine del primo trimestre 2008, l’Italia è entrata in un vero e proprio tunnel.
Dal mese di Aprile 2008, data che coincide con l’inizio della attuale legislatura, infatti l’Italia ha cominciato a scollarsi dai paesi sviluppati. Arriva la crisi? In Italia di più, con un crollo del 26,1 per cento dell’attività industriale nello stivale tra aprile 2008 e marzo 2009, peggio di noi solo il Giappone. Comincia la ripresa? In Italia di meno, con un inizio sufficiente che si è poi del tutto bloccato con un più 11,8 per cento dal marzo 2009 guadagnato tutto fino all’estate del 2010, momento in cui l’economia italiana si è nuovamente impantanata.
Davvero impietoso il confronto con la Germania, che dopo aver perso il 23,5 per cento ha recuperato quasi del tutto ed ora si trova a meno 4,2 per cento dal picco pre crisi, mentre l’Italia è addirittura a meno 17,5 per cento del picco pre crisi.

Preoccupante invece il confronto con i paesi emergenti ed ex emergenti che scalzano l’Italia dal quinto posto per quota di produzione manifatturiera relegandola al settimo, a superarci sono stati India e Corea e se un confronto con il subcontinente indiano può essere proibitivo il confronto con una nazione piccola come la Corea del Sud ed i suoi appena 49 milioni di abitanti può essere doloroso. A fare notizia è anche il sorpasso della Cina sugli Usa ora al secondo posto mentre al terzo posto troviamo il Giappone, in attesa che si trasmettano gli effetti del recente sisma e tsunami sull’economia e sulle statistiche, e al quarto la Germania.
Sul punto economico elaborato da Confindustria significativo l’intervento di Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del Pd che ha messo in relazione i dati del Centro studi di via dell’Astronomia e i consueti annunci di taglio delle tasse. “L’Europa ci ha chiesto un monitoraggio stretto delle misure adottate per tagliare il disavanzo fino al 2012 spiegandoci che ogni ‘tesoretto’ debba essere utilizzato per ridurre il deficit. Sempre Bruxelles ci chiede di adottare entro ottobre ‘misure concrete’ per sostenere gli obiettivi da raggiungere nel 2014 e cosa leggiamo sui giornali? Dell’intesa Bossi-Berlusconi per tagliare le tasse al solo fine di raccogliere qualche voto”.
Ventura conclude amaramente “probabilmente anche questo gran parlare finira’ nel nulla, ma piuttosto che l’annuncio di miracoli impossibili o di dibattiti strumentali sui ministeri al Nord da esibire ai leghisti di Pontida, vorremmo poter lavorare a un serio piano di ripresa che coinvolga le forze produttive del nostro Paese”.

Amerigo Rivieccio

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