Istat. Crescono gli investimenti, resta l’allarme povertà

ROMA – Il Rapporto annuale dell’Istat non porta nulla di buono. A parte una leggera crescita per quanto concerne crescita e investimenti  dopo tre anni di recessione, rimane infatti l”allarme povertà, soprattuto al Sud.

Battuta d’arresto anche per il commercio estero nel primo trimestre del 2016.  Dopo la contrazione degli ultimi tre anni, nel 2015 il Pil in volume ha segnato una moderata crescita (+0,8%). Secondo la stima preliminare, nel primo trimestre 2016 il Pil ha segnato +0,3% sul trimestre precedente e dell’1% su anno. La variazione acquisita per il 2016 è pari a +0,6%. Nel 2015 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti è cresciuta dello 0,9%, sostenuta dall’incremento del reddito disponibile in termini reali (potere d”acquisto); quest’ultimo ha beneficiato della positiva dinamica dei redditi nominali (+0,9%) e della sostanziale stabilità dei prezzi al consumo. 

Sul fronte della povertà, dopo il calo del biennio 2013-2014, l”indicatore di grave deprivazione materiale si è stabilizzato all’11,5% nel 2015. Il disagio economico si mantiene su livelli alti per le famiglie con a capo una persona in cerca di occupazione, in altra condizione professionale (diversa dai ritirati dal lavoro) o con occupazione part time. Nel Mezzogiorno, la quota di persone gravemente deprivate risulta oltre tre volte più elevata che al Nord. 

Il versante degli investimenti, nel 2015 gli investimenti fissi lordi sono tornati a crescere moderatamente (+0,8% dal -3,4% del 2014) interrompendo la fase di contrazione dei tre anni precedenti. La dinamica positiva è stata trainata dagli investimenti in mezzi di trasporto (+19,7%) e, in misura inferiore, dagli investimenti in macchine e attrezzature (+1,1%). Quanto a import ed export, un contributo negativo alla crescita del Pil nel 2015 è giunto dalla domanda estera netta (per circa tre decimi di punto), a sintesi del più deciso aumento delle importazioni di beni e servizi (+6,0% in volume) rispetto a quello registrato per le esportazioni (+4,3%). 

La crescita delle importazioni di merci in valore (+3,3%) è stata favorita dalla ripresa sia dei consumi delle famiglie sia degli investimenti, in particolare nel settore dei mezzi di trasporto. Le esportazioni italiane di merci in valore hanno registrato un aumento ancora più sostenuto (+3,8%). A marzo 2016 le esportazioni sono diminuite dell’1,5% rispetto al mese precedente (dati destagionalizzati), le importazioni del 2,4%. Nel primo trimestre il commercio estero segna una battuta d”arresto, più marcata per le importazioni (-2,9%) che per le esportazioni (-1,7%). 

Dopo la flessione del triennio precedente, nel 2015 la produzione industriale ha registrato un incremento dell’1,1%, grazie alla dinamica positiva dei beni strumentali (+3,6%) e dell’energia (+2,3%). Nei primi tre mesi del 2016 la produzione è aumentata dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. Il fatturato industriale è rimasto pressoché invariato nel 2015 (+0,3% il dato corretto per gli effetti di calendario). Alla dinamicità della componente estera (+1,2%) si è contrapposto il lieve calo di quella interna (-0,2%). A inizio 2016 il fatturato industriale ha proseguito il trend positivo (+0,9% a gennaio e +0,1% a febbraio), guidato nell”ultimo mese dalla ripresa dei beni strumentali e dei beni intermedi (nell”ordine +2,5% e +1,2%). 

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