Pil. L’Italia è messa molto male, ora serve flessibilità

ROMA – “La situazione è più negativa del previsto non solo per l’Italia, ma per tutta l’Unione. Anche in Francia i numeri sono peggiorati per cui non si può parlare di eccezione italiana e d’altra parte l’Italia non chiede eccezioni. 

Il punto è che ci troviamo di fronte a una situazione nuova, più negativa, determinata da fattori che non si possono ignorare”. Così a Repubblica il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, e conferma che l’Italia chiederà maggiore flessibilità a Bruxelles per impostare una manovra espansiva in risposta al calo del Pil. I fattori che l’Italia cercherà di far valere nelle trattative con la Ue sono: “La Brexit, il terrorismo e la crisi dei migranti. Inoltre c’è un nuovo contesto geopolitico che ha determinato un peggioramento della situazione a livello globale”. Per rispondere al calo del Pil invece, “si confermano le nostre priorità – spiega Gozi- lavorare sulle riforme e sugli investimenti per recuperare produttività, riduzione della pressione fiscale e lotta alla disoccupazione”. “La riforma del bilancio varata a luglio – prosegue – la revisione della spesa, la responsabilizzazione delle amministrazioni e le privatizzazioni ci aiuteranno a raggiungere gli obiettivi prefissati e mantenere gli impegni”

Intanto, in vista del summit a 27 di metà settembre a Bratislava, le priorità italiane, prosegue Gozi, saranno “rafforzare la politica degli investimenti allungando fino al 2019 il piano Juncker e dandogli una dimensione transfrontaliera in modo da incidere davvero sulla crescita con grandi progetti legati digitale o infrastrutture. Quindi rafforzare la lotta alla disoccupazione giovanile. Poi Erasmus e il servizio civile Ue”. Sul fronte non strettamente economico, aggiunge, “la proposta dei ministri Pinotti e Gentiloni su una Schengen della sicurezza con i paesi che ci stanno è fondamentale. E’ poi vitale che a Bratislava e nei successivi vertici di ottobre e dicembre i leader diano una  risposta concreta alla Brexit proprio su crescita, giovani, sicurezza, migranti e nuova politica dello Stato di diritto e delle libertà fondamentali altrimenti quando a marzo a Roma rilanceremo l’Ue in occasione dei 60 anni dei trattati di Roma nessuno ci crederà. Sono temi sui quali lavoriamo anche noi responsabili agli Affari europei dei governi socialisti e democratici, continueremo a farlo ad Atene anche insieme Syriza e quindi a Parigi. Siamo convinti della necessità di lavorare per dare una spinta più politica della sinistra europea”.

Condividi sui social

Articoli correlati