Deustche Bank nella bufera, fuga di fondi americani

BERLINO – E’ bufera nella Deutsche Bank, che stamattina ai primi scambi è arrivata a sfiorare un collasso del 9 per cento in Borsa.

Dopo la multa plurimiliardaria comminata negli Usa, dopo gli allarmi sulla bassa redditività e sull’esposizione al settore dell’energia, e all’opaco mercato dei titoli derivati, ora a pesare come un macigno sulle quotazioni sono le indiscrezioni di stampa sul fatto che grandi fondi speculativi americani avrebbero iniziato a ritirare i loro investimenti. A tarda mattina il titolo continua ad accusare un pesante ribasso, meno 3,95 per cento a 10,45 euro, mostrando però una limatura delle perdite viste in precedenza, quando era arrivato a segnare un nuovo minimo storico a 9,90 euro, sotto la soglia psicologica dei 10 euro. Secondo fonti finanziarie citate da Dow Jones negli ultimi giorni diversi grandi clienti americani hanno ritirato contanti o titoli dal gruppo, tra questi Aqr Capital Management, Capula Investment Management, Citadel, Luxor Capital Group, Magnetar Capital e Millennium Management. Prelievi dell’ordine di miliardi di dollari, posto che la banca può contare su depositi per quasi 600 miliardi di dollari. I vertici dell’istituto hanno ritenuto necessario di farsi nuovamente sentire, con l’amministratore delegato John Cyran che ieri notte, dopo la diffusione delle indiscrezioni sui maxi prelievi di fondi, ha assicurato che la banca poggia su “fondamenta solide”.

Cyran aveva dovuto prendere posizione già pochi giorni fa, rilasciando una intervista al quotidiano tedesco Bild in cui smentiva di aver chiesto aiuti di stato al governo tedesco. Berlino per parte sua ha a sua volta smentito questa ipotesi, che tuttavia è stata rilanciata in questi giorni dal settimanale Die Zeit. Quello che è certo è che per la sua mole, si parla della più grande banca della Germania e di un delle maggiori banche di investimenti del mondo, Deutsche Bank verrà seguita molto da vicino da tutte le autorità. Il recente allarmismo è lievitato dopo la gigantesca multa richiesta dagli Usa, ben 14 miliardi di dollari per un contenzioso su mutui piazzati dal gruppo nel mercato nordamericano nel 2008. Circolano dubbi sulla capacità della banca tedesca di raccogliere i capitali necessari in questa fase di rinnovate turbolenze. Tuttavia secondo alcuni analisti adesso il vero pericolo è costituito dalla potenziale perdita di clienti, piuttosto che da una multa che per quanto stratosferica è una posta una tantum. Se i prelievi dovessero accelerare un aumento di capitale (o un tentativo di effettuarlo) potrebbe diventare una scelta obbligata, secondo JPMorgan Cazenove. L’allarmismo ha creato una ondata di cadute su tutto il comparto bancario europeo, investendo in maniera particolarmente dura la connazionale Commerzbank che solo ieri aveva annunciato un energico piano di riduzione di costi e organico, ma oggi accusa a sua volta un meno 5,98 per cento.  

Condividi sui social

Articoli correlati