L’Aicig ha presentato a Roma il bilancio attività 2016

Un anno particolarmente intenso quello vissuto dall’Associazione Italiana Consorzi Indicazione Geografiche, come mostra il bilancio dell’attività presentato il 12 dicembre,a Roma.

Numerosi gli impegni assolti: supporto all’attività dei Consorzi di tutela e sostegno per le politiche nazionali e internazionali volte alla tutela e valorizzazione delle Indicazioni Geografiche e attenzione particolare al monitoraggio dei negoziati commerciali

Sul piano internazionale l’Associazione ha riservato grande attenzione agli sviluppi dei principali negoziati bilaterali promossi dall’Ue.

“La recente entrata in vigore dell’accordo di libero scambio tra Unione e Canada (Ceta), ha affermato Giuseppe Liberatore, Presidente di Aicig, rappresenta un passo in avanti nell’ottica di un superamento delle barriere commerciali tra le due sponde dell’Atlantico, ed in particolare nel riconoscimento del sistema Ig e del livello di protezione ad esso riservato. Ancorché in presenza di talune concessioni a beneficio della controparte canadese appare in effetti innegabile la conquista di uno status di maggiore tutela per un numero significativo di denominazioni italiane ed europee sul mercato nordamericano”.

Tale conquista è tanto più rilevante se si riflette sulla “battaglia” che potenti lobby dell’industria casearia, in prevalenza statunitense, stanno conducendo contro l’affermarsi di un modello di salvaguardia ad hoc delle eccellenze agroalimentari regolamentate, che mira a tutelare un patrimonio culturale di tradizioni antiche e di saperi su cui si fonda, l’identità stessa di intere popolazioni collocate in aree rurali.

“A fronte delle argomentazioni proposte dalla potente lobby dell’industria casearia americana –ha dichiara Leo Bertozzi, Segretario Generale di Aicig – l’Associazione intende elaborare una doverosa replica, in accordo con le Istituzioni e le altre organizzazioni europee del settore Ig, confortata dal sostegno di dati che, se da un lato ribadiscono la non esclusività dei benefici indotti dal sistema delle denominazioni unicamente al contesto europeo, dall’altro dimostrano come, al contrario, i prodotti a Indicazione Geografica non solo non compromettono l’esistenza e la crescita di produzioni di altre realtà geografiche, ma subiscono pesantemente una concorrenza assolutamente sleale da parte di prodotti “domestic” che fondano la loro competitività (anche in termini di prezzo) sul richiamo esplicito ad un’origine diversa da quella reale, inducendo peraltro in inganno il consumatore americano”.

In questa dimensione altra attività che Aicig sta seguendo con particolare attenzione è la ricerca commissionata dal Consortium for Common Food Names (Ccfn) per valutare l’impatto economico negativo, sui produttori del comparto statunitense, i consumatori e l’economia, teoricamente causato dalla politica messa in atto dall’Unione Europea riguardo all’utilizzo esclusivo dei nomi comuni riferiti a noti formaggi Ig.

“La posizione assunta dal Consorzio dei Nomi Comuni – ha dichiarato Giuseppe Liberatore – ci impone un’ulteriore riflessione sugli enormi interessi economici di coloro che, da un lato, intendono attribuire carattere di “genericità” alle denominazioni europee, dall’altro, ne sfruttano convenientemente la buona reputazione operando una sostanziale svalorizzazione dei relativi marchi. E’ pertanto necessario fare sistema a difesa del modello delle Indicazioni Geografiche, ed in questo ambito Aicig può rappresentare certamente un punto di aggregazione strategico per le filiere della qualità certificata italiana per salvaguardia dei prodotti Dop e Igp da trasferire anche all’interno dei negoziati bilaterali e multilaterali.”.

La messa in atto di tali politiche protezionistiche ed anticoncorrenziali metterebbe l’Europa nella condizione di poter prosperare a scapito del tessuto produttivo e manifatturiero americano, comportando inoltre un aumento generalizzato dei prezzi per i consumatori, una minore possibilità di scelta relativamente alla gamma di prodotti offerta sul mercato e di conseguenza effetti fortemente deleteri per l’economia degli Stati Uniti. E’ del tutto evidente come alla pubblicazione di una simile indagine sia sotteso il tentativo di screditare il sistema Ig, evocandone pericoli, limiti e criticità che possano indurre Paesi impegnati in trattative bilaterali con l’Unione Europea a desistere dal riservare alle Indicazioni Geografiche perlomeno analoga dignità riconosciuta ad altri diritti di proprietà intellettuale (es. marchi e brevetti).

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