Perché bisogna controllare la partita iva delle aziende?

Il lavoratore autonomo è un lavoratore indipendente, non subordinato a nessuno e quindi svincolato da un datore di lavoro. Egli si assume l’onere e i rischi di determinare in che modo deve svolgere il proprio lavoro.

Il primo passo per lavorare autonomamente è aprire una Partita Iva, cioè un numero di identificazione della persona (libero professionista) o ditta individuale (artigiani, commercianti). E’ composta da 11 cifre: le prime 7 identificano il nome, le 3 seguenti il codice relativo all’Ufficio delle Entrate e l’ultimo ha una funzione di controllo. La Partita Iva non è obbligatoria per prestazioni non occasionali, ma per attività lavorative continuative.

Partita Iva, come aprirla

La Partita Iva identifica l’attività e la persona che ne risulta titolare, tramite un collegamento al fisco e alla previdenza sociale, con essa si dichiarano gli introiti e si versano le imposte e i contributi allo Stato. Aprire una Partita Iva comporta dei costi di apertura e dei contributi annuali, ed è obbligatorio per chiunque eserciti un’attività economica abituale e continuativa. Per aprirla occorre un modulo con il quale si comunica all’Agenzia delle Entrate di aver intrapreso un’attività di lavoro autonomo, e va presentato entro i 30 giorni dall’inizio di tale attività. Questo modulo si può scaricare dal sito dell’Agenzia delle Entrate e può essere di due tipologie: Modello AA9/7 se si tratta di una ditta individuale o lavoratori autonomi, oppure modello AA7/7 se si tratta di una società. Possiamo presentare i modelli recandoci presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate con un documento di riconoscimento; oppure inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno sempre allegando una fotocopia del documento; o ancora in via telematica tramite un software scaricabile dal medesimo sito.

Partita Iva, che informazioni può dare

Ci sono due tipi di Partita Iva: per chi opera in Italia e per chi opera all’estero, ma all’interno dell’Unione Europea. Nel secondo caso, il professionista dovrà aprire una Partita Iva comunitaria, con il quale potrà compiere operazioni commerciali con gli stati membri. Questo fattore va specificato nel modulo di cui abbiamo parlato prima. Ci sarà poi l’iscrizione al VIES, archivio informatico europeo sull’IVA, che consente appunto lo scambio di informazioni fra gli stati membri dell’UE. E’ molto importante in alcuni casi, verificare che una Partita Iva sia veritiera, e quindi collegata ad un’attività economica esistente. Possiamo facilmente verificare la Partita Iva tramite un controllo sul web, grazie a portali come iCribis. Grazie alla verifica possiamo controllare se la Partita Iva è valida e possiamo accedere ad altre informazioni, come quelle dell’Anagrafe tributaria sullo stato di attività e sulla denominazione o sul nome e cognome del titolare. In questo modo si eviteranno brutte sorprese e si potrà avere una panoramica completa del profilo del possibile partner o della ditta in questione. 

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