Gestione onlus e associazioni no profit: vademecum per la miglior gestione patrimoniale e finanziaria

 Le onlus e le associazioni no profit in Italia possono beneficiare di una disciplina fiscale speciale. Ma a patto che abbiano uno statuto a norma di legge. Inoltre, come per una qualsiasi azienda, pure gli enti e le associazioni senza scopo di lucro sono chiamate a gestire con oculatezza le entrate e soprattutto le uscite. Ciò significa essere chiamati alla miglior gestione patrimoniale e finanziaria possibile. 

Vademecum gestione onlus e associazioni no profit partendo dalle tipologie di entrate

Riguardo alle entrate che il terzo settore annovera, c’è da dire che, enti no profit, onlus e associazioni senza scopo di lucro possono avere tre tipologie di entrate; ovverosia le entrate istituzionali, le entrate decommercializzate e le entrate commerciali. Le prime hanno come caratteristica principale quella di essere esenti da IVA, e di non concorrere alla formazione del reddito della onlus o dell’associazione no profit. Le entrate decommercializzate, pur avendo carattere commerciale, sono allo stesso modo esenti da IVA come le entrate istituzionali. 

Per esempio, rientrano tra le entrate decommercializzate i contributi pubblici e le raccolte pubbliche che la onlus o l’associazione no profit esegue in via occasionale. Sono invece entrate commerciali a tutti gli effetti quelle che non rientrano nelle prime due categorie. Per esempio, la prestazione o la fornitura di servizi rientra sempre tra le entrate commerciali se questa è destinata a soggetti che non sono soci e nemmeno tesserati alla onlus o all’associazione no profit.

Senza che rientrino tra le attività commerciali, le onlus e le associazioni no profit possono infatti esercitare l’attività di somministrazione di bevande e di alimenti. Ma a patto che questa attività sia circoscritta alla sede dell’associazione e comunque solo a favore di coloro che sono soci. 

Così come per le onlus e per le associazioni no profit, non viene considerata allo stesso modo commerciale l’attività che, sempre a favore dei soci, preveda l’organizzazione di soggiorni turistici e di viaggi. Queste sono due delle agevolazioni previste per il no profit a patto che l’ente risulti essere riconosciuto dal ministero dell’interno come associazione di promozione sociale a carattere nazionale.

Quali regole dover seguire, quali sono i KPI e le metriche da dover seguire

Nell’ambito della consulenza terzo settore, la prima cosa da dire è che per gli enti non commerciali, per le associazioni no profit e per le onlus c’è sempre una cosa importante da fare. Quella di affidarsi a consulenti specializzati come Costanzo e Associati

E questo per fare in modo che la onlus possa operare sempre nel rispetto del quadro normativo di riferimento. E confermarsi così come una realtà importante per i servizi offerti a favore della comunità di riferimento sul territorio. E per garantirsi nello stesso tempo sempre le migliori opportunità di crescita.

Detto questo, l’associazione no profit per non perdere le agevolazioni fiscali deve rispettare sempre delle metriche che non sono fisse. Ma che nel tempo tendono a cambiare in base agli interventi del legislatore. Essere un ente del terzo settore, infatti, significa possedere sempre i requisiti di iscrizione ad un apposito registro. 

Che è quello che permette di diventare un’associazione di promozione sociale, e di beneficiare di tutte le agevolazioni fiscali previste. Altrimenti la mancata iscrizione al registro non preclude la strada al no profit. Ma in questo caso si è tagliati fuori dai benefici fiscali. Con la conseguenza che questa si può configurare con una scelta decisamente più orientata all’imprenditorialità. E comunque sempre nel rispetto dell’assenza di scopi di lucro.

Quali sono i divieti per onlus ed associazioni no profit?

Le onlus e le associazioni no profit devono infatti avere uno statuto a norma di legge, come sopra accennato. Ed è proprio dallo statuto che per le associazioni senza scopo di lucro nascono dei divieti che sono tassativi. A partire da quello che non possono distribuire gli utili, i fondi e/o le riserve. 

Così come non possono andare a distribuire capitali e nemmeno gli avanzi di gestione. Inoltre, pure le onlus e le associazioni no profit hanno l’obbligo annuale del rendiconto economico finanziario. Così come da un lato deve vigere la libera eleggibilità dei soci, e dall’altro per le quote sociali deve essere garantita la condizione di intrasmissibilità.

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