6 Settembre Sciopero Generale: un’altra manovra è possibile!

ROMA – Il Paese alza la testa e si prepara allo sciopero generale. Il 6 settembre CGL ma anche USB, ORSA e altre organizzazioni del sindacalismo di base, in risposta alla manovra finanziaria, chiamano i lavoratori allo sciopero generale e alla mobilitazione.

Lo Sciopero Generale di 8 ore, proclamato per il 6 Settembre si rende necessario in replica alla manovra ‘bugiarda’ del 13 agosto che è all’esame della Commissione bilancio del Senato. Cosi il segretario Generale CGL Susanna Camusso spiega la decisione della Confederazione di lanciare lo Sciopero Generale. La manovra -prosegue la Camusso – non permetterà al Paese di raggiungere gli obiettivi dichiarati per i pareggi di bilancio, perché profondamente depressiva.
La CGL è decisa a scendere in piazza per chiedere il ritiro immediato della manovra finanziaria poiché come sostiene la confederazione- non favorisce la crescita e fa pagare solo ai contribuenti onesti. L’accusa contro il Governo è di aver varato una manovra che aumenta le tasse, soprattutto sui redditi da lavoro dipendente e da pensione e sui redditi medio bassi. La leader della CGL ha più volte ribadito che il Consiglio dei ministri ha varato una manovra “bugiarda” perché dice di tagliare i costi della politica, ma in realtà fa solo demagogia, riducendo gli spazi di democrazia, con i tagli agli enti locali, senza intervenire sulle risorse nazionali. Minacciata dalla manovra anche la natura e l’identità del nostro Paese -avverte la Camusso – dal momento che tale provvedimento introduce la norma di licenziamento senza giusta causa, interferendo nella libertà di contrattazione dei sindacati.

Il 6 settembre incroceranno ugualmente le braccia i lavoratori che aderiscono ai sindacati di base. Infatti, anche USB, Slaicobas, ORSA, Cib-Unicobas, Snater, SICobas e USI hanno proclamato lo sciopero generale per quella data.  Tuttavia, chiariscono in una nota USB, ORSA e le altre organizzazioni del sindacalismo di base la concomitanza dello sciopero con quello indetto anche dalla Cgil non deve essere interpretata come una condivisione delle motivazioni proposte da questa confederazione dalla quale ci divide nettamente anche la firma dell’accordo del 28 giugno scorso.
Ciò nonostante, le organizzazioni del sindacalismo di base ritengono che alle manovre di luglio e di agosto, è indispensabile una forte risposta dei lavoratori. Lo sciopero –sostengono i sindacati- deve essere il primo momento di una mobilitazione che non si deve esaurire con questa azione di lotta, ma è necessario individuare e praticare una serie d’ iniziative a livello nazionale e territoriale ed una mobilitazione incisiva e di lunga durata, a cominciare proprio dal 6 settembre.
Tra i punti principali della piattaforma condivisa dalle organizzazioni sindacali di base: la difesa dello Statuto dei lavoratori e a favore di una legge democratica e pluralista sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro.
Inoltre, le mobilitazioni organizzate in varie piazze italiane, saranno contro l’attacco ai diritti dei lavoratori e il patto sociale che il governo vuole trasformare in legge; contro le politiche dell’Unione europea e le manovre del governo che applicano le misure imposte dall’Europa, dalle banche e dai poteri forti finanziari che hanno determinato e speculato sull’attuale crisi mondiale; per la cancellazione del debito, il blocco delle spese militari e una politica nazionale ed europea basata sui diritti e le legittime aspettative dei popoli e non della finanza e degli speculatori.
Lo sciopero come risposta istantanea alla manovra finanziaria è certamente il sintomo che il paese è pronto ad alzare la testa, tuttavia, sul fronte politico non sono mancate le polemiche.
Ed è proprio sull’accordo del 28 giugno, quando Cgil, Cisl, Uil e Confindustria sancirono un’intesa unitaria su i contratti e la rappresentanza sindacale, che è arrivato il richiamo alla responsabilità da parte del segretario del Pd che si è espresso con l’invito alla CGL di “non disperdere la convergenza sindacale raggiunta”.

Il Popolare Giuseppe Fioroni definisce “irresponsabile” la scelta di scioperare “mi auguro – aggiunge – che nel Pd non si apra la solita giostra: ‘andiamo o non andiamo’, ‘aderiamo o non aderiamo’… Perché, come ha detto Napolitano, anche al Pd è richiesto il coraggio della responsabilità. E lo sciopero non è il modo più responsabile per uscire dalla crisi”.

Anche Fassina – che con Bersani, il vicesegretario Enrico Letta e la presidente dell’assemblea Rosi Bindi, ha partecipato all’incontro con Confindustria e sindacati – si esprime in modo critico sulla scelta della Camusso. “Ci andremo, saremo al fianco dei lavoratori – dice – ma non è questo il punto. Si tratta di trovare forme più efficaci per contrastare le scelte politiche gravissime del governo e uno sciopero ora rischia di non essere lo strumento più efficace per raggiungere questo obiettivo”. Bisogna, insiste, “rafforzare lo spirito unitario del 28 giugno, ne va confermata la centralità, bisogna lavorare per la convergenza contro gli atti di sabotaggio di Sacconi e del governo”.
Al contrario, secondo il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro: “Invece di pretendere che la Cgil non proclami lo sciopero, la politica deve adoperasi affinché le ragioni della protesta vengano risolte a monte. Queste derivano dall’atteggiamento criminale dell’attuale governo che vuole eliminare i diritti dei lavoratori e quelli relativi alla contrattazione tra le parti”.
“E’ giusta e sacrosanta la decisione da parte della Cgil di proclamare lo sciopero generale per il 6 settembre contro le politiche inique e classiste del governo – chiosa Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista – Daremo il nostro pieno appoggio e sostegno a questo importante appuntamento di lotta”.
Andando oltre le polemiche e pur riconoscendo le legittime differenze tra le varie organizzazioni sindacali , lo sciopero del 6 settembre apre la speranza  che i lavoratori di questo paese  siano finalmente pronti a rivendicare i propri diritti e la propria dignità.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe