Mercati e spread in balia della contrazione economica

In Italia aggravata dalla crisi politica

ROMA – Al contrario della borsa cinese, in deciso rialzo a seguito delle dichiarazioni del leader del partito comunista che ha confermato le azioni per garantire una stabile crescita economica nei prossimi trimestri, in Europa la contrazione dell’economia prosegue anche a novembre con la flessione (-3,6% su base annua) dell’indice delle vendite al dettaglio, il peggioramento del terziario (specialmente in Italia) ed un generalizzato aumento della disoccupazione. Così, nella sua ultima riunione del 2012, la BCE (Banca Centrale Europea) dopo un’ampia discussione ha deciso di non modificare la propria politica monetaria mantenendo invariato il tasso di riferimento (0,75%), imitata in questo anche dalla Bank of England il cui saggio di riferimento rimane lo 0,5%, a seguito di una debolezza economica che proseguirà per tutto il prossimo 2013. Il rallentamento della crescita dei prezzi al consumo dovrebbe consentire il mantenimento dell’inflazione sotto al 2% nel prossimo esercizio, con un PIL (Prodotto Interno Lordo) stimato tra un calo dello 0,9% ed una crescita dello 0,3%. Nella consueta conferenza stampa a corollario dell’incontro, il presidente della BCE Mario Draghi ha inoltre parlato della liquidità illimitata che verrà ancora fornita alle banche, del compiacimento per il programma OMT, dell’attuale inadeguatezza degli Eurobond, dell’importanza del raggiungimento di un accordo sulla vigilanza unica bancaria nonché della temuta ipotesi di tassi negativi per le banche sulle giacenze presso la BCE. I mercati europei hanno reagito a queste parole con segnali di grande nervosismo che, tradotto in termini un po’ più tecnici, significa volatilità ed assenza di direzionalità, acuite da alcuni dati macroeconomici statunitensi poco positivi, dall’aggiornamento da parte di S&P del rating sulla Grecia a “selective default” (default selettivo, appena un gradino sopra la bancarotta conclamata) e dalla minaccia alla “tripla A” del Regno Unito portata da parte di Fitch. Secondo l’ultimo inserto economico del Corriere della Sera dopo le elezioni Usa i mercati sembravano essersi sbloccati; che non sia ancora tempo di grandi slanci ed il fiato delle Borse potrebbe essere già corto lo confermano i risultati dell’ultima seduta della settimana, con tutti i principali indici europei in negativo: Londra -0,05%, Parigi -0,10%, Francoforte -0,43%, Milano -1,40%. Seconda giornata consecutiva in cui Piazza Affari ha potuto fregiarsi del ben poco ambito titolo di “maglia nera d’Europa”, dopo che già ieri le tensioni politiche connesse al voto di fiducia sul maxiemendamento del disegno legge Sviluppo in corso al Senato avevano provocato, con drammatica precisione, un rialzo dei rendimenti sui nostri titoli di Stato per il rischio di un’instabilità di Governo fino al termine della legislatura in corso. Il famigerato spread tra Btp e Bund con scadenza a dieci anni ha chiuso la settimana a quota 327 punti base dopo il culmine relativo di 330 raggiunti ieri, con un rendimento di poco superiore al 4,6%.

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