Vola lo spread, protagonista della crisi politica a Piazza Affari

TRIESTE – Se il buon giorno si vede dal mattino, allora il rischio è quello di doversi ricordare a lungo dell’ottava cominciata oggi.

All’indomani (borsistico) della decisione di Silvio Berlusconi di scendere nuovamente in campo e della intenzioni dell’attuale premier Mario Monti di lasciare l’incarico dopo l’approvazione della legge di stabilità, Piazza Affari resta in balìa della crisi politica, mentre tra gli operatori si fa strada il timore che un nuovo Governo possa vanificare gli sforzi fatti dall’ultimo Esecutivo.
Sul fronte macro, giornata di aggiornamenti: l’Istat ha comunicato cha ad ottobre 2012 nel nostro paese la produzione industriale è diminuita dell’1,1% mese su mese e dello 0.5% trimestre su trimestre, mentre nel terzo trimestre il PIL (Prodotto Interno Lordo), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,2% rispetto a quello precedente e ben del 2,4% su base annua.

Non a caso già dallo scorso venerdì l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha cominciato a palesare dubbi sulla tenuta del debito sovrano italiano, in conseguenza tanto della pesante recessione che ha colpito il paese quanto delle recenti incertezze politiche: qualora l’economia non riuscisse a dare segnali di ripresa nella seconda metà del 2013, un taglio del giudizio sulla Repubblica Italiana sarebbe pressoché certo.
Piazza Affari ha iniziato la settimana con gli indici in negativo ed una raffica di sospensioni per eccesso di ribasso tra i titoli del comparto bancario, in particolare IntesaSanpaolo in regresso del 6,32% ed Unicredit a meno 6,25%, trascinati verso il fondo dall’impennata dello spread tra Btp e Bund con scadenza decennale, balzato oltre i 360 punti.
La differenza di rendimento tra il titolo italiano e quello tedesco ha chiuso a 353 Bp (Basis point, punti base) rispetto ai 325 punti registrati venerdì scorso, con un rendimento che ha sfiorato il 4,9%. In forte crescita anche lo spread tra il Btp e il Bund tedesco con scadenza a due anni, il cui rendimento è tornato al 2,4%.
Fra le principali piazze finanziarie europee segnaliamo infine la forte chiusura negativa di Milano (FTSE MIB -2,7% e FTSE Italia All-Share -2,01%) che si contrappone alla frazionale crescita di Londra ( +0,08%), Parigi (+0,09%) e Francoforte (+0,12%).

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