Piazza Affari in affanno sui dati Istat. Mps ancora in ribasso

TRIESTE – Mentre prosegue il graduale miglioramento dell’economia globale sulla spinta di una riduzione delle difficoltà economiche ed un aumento della propensione al rischio conseguenti la fine del “credit crunch” (stretta creditizia) e di più chiare prospettive fiscali negli USA, la politica espansionistica attuata dalle banche centrali dovrebbe proseguire in assenza di un’inflazione imminente, consentendo alle obbligazioni corporate ed ai titoli di stato dell’Europa periferica di mostrare spread significativamente più ridotti rispetto ai Bund tedeschi.

Il successo delle manovre della BCE (Banca Centrale Europea) di Mario Draghi hanno messo in sicurezza i rendimenti obbligazionari della Spagna e dell’Italia tanto da creare la percezione che la crisi sia ormai alle spalle, ma i deludenti dati economici dell’Eurozona ed i sempre più alti tassi di disoccupazione mostrano una recessione ancora perdurante, acuita dalla sempre minor competitività nelle esportazioni dovuta alla forza dell’euro.
A confermare il quadro generale appena tratteggiato i dati comunicati dall’Eurostat quest’oggi, che a gennaio vedono i prezzi al consumo (cioè l’inflazione) crescere meno delle aspettative degli analisti e migliorare, seppur non ancora a sufficienza, la manifattura, prossima alla ripresa in Germania ma ancora in contrazione in Italia e Francia.
Sul fronte delle Borse, ancora una seduta fiacca per l’Asia con l’indice MSCI della regione in calo; in controtendenza Tokyo, dove il Nikkei 225 ha segnato uno +0,47% grazie ai guadagni realizzati dai titoli del comparto auto, che continua a beneficiare dell’indebolimento dello yen; infine giornata all’insegna della volatilità per i listini cinesi.
Indici negativi a Milano (FTSE Mib -1,53%, FTSE Italia All-Share -0,69%) nell’ultima seduta della settimana e performance positive, invece, per le principali Borse europee (Francoforte +0,49%, Londra +0,86%, Parigi +1,05%).
A Piazza Affari seduta nervosa per i titoli del comparto bancario, con Banca Popolare di Milano protagonista (+10,29%) di uno stop per eccesso di rialzo in avvio di giornata sul progetto di trasformazione dell’istituto da società cooperativa in società per azioni; ulteriore ribasso invece per il Monte dei Paschi di Siena (-6,41%) dopo il taglio del rating operato dall’agenzia S&P che conferma la banca tra gli emittenti speculativi.
Ancora una giornata negativa per Saipem (-4,16%), società attiva nel settore delle esplorazioni petrolifere, chiamata a fornire chiarimenti in Consob in merito al profit warning che nella seduta di mercoledì ha causato il crollo di circa un terzo del valore del titolo.
In leggera flessione lo spread tra il Btp e il Bund con scadenza a dieci anni che, dopo aver oscillato nella giornata con punte sino a 273 Bp, si riduce a 260 punti base dai 264 della chiusura di ieri, mantenendo il rendimento attorno al 4,3%.

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