Effetto G-20 sulle Borse: vola Tokyo, Europa debole

TRIESTE – Si inaugura oggi una nuova ottava di borsa per Piazza Affari, reduce da una settimana altalenante che, tra il l’11 ed il 15 febbraio scorsi, complici le penalizzazioni inflitte dal terremoto verticistico di Finmeccanica, dai tagli degli analisti su Telecom e dall’evoluzione della (brutta) vicenda Montepaschi, si è chiusa con un ribasso dello 0,85% del FTSE Mib, il più significativo    indice azionario che include le quaranta principali   società   italiane ed estere a maggior capitalizzazione quotate sul listino di Milano, riducendone il progresso da inizio d’anno all’1,33%.

I dati economici diffusi la scorsa settimana hanno tratteggiato un’Europa la cui economia, ancora in contrazione nell’ultimo trimestre 2012, è caratterizzata da una preoccupante mancanza di crescita, tale da portare la presidenza russa del G-20 ad ammettere che troppa austerità potrebbe nuocere allo sviluppo e ad ipotizzare un possibile allentamento degli obiettivi già fissati al vertice di Toronto (dimezzamento dei deficit pubblici entro il 2013 e stabilizzazione del rapporto debito/Pil entro il 2016).
La chiusura dei lavori del summit di Mosca è arrivata senza nessuna particolare critica o polemica alle così dette “svalutazioni competitive”, misure di politica economica volte a deprezzare di proposito una moneta per ottenere vantaggi concorrenziali: un riferimento esplicito allo yen ed alla politica adottata negli ultimi tre mesi dal primo ministro Shinzo Abe per stimolare l’economia giapponese, ceneri sotto le quali avrebbe potuto covare il fuoco  di una tanto temuta “guerra delle valute”. Le delegazioni dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali dei 19 paesi più industrializzati (quelli del  G8 in primis) e dell’  Unione Europea hanno ribadito che i cambi devono rispettare i fondamentali macroeconomici delle diverse aree, limitandosi a trasmettere ai mercati un messaggio di cooperazione da parte di tutti gli attori finanziari che, non a caso, ha consentito alle Borse asiatiche di schizzare verso i massimi da un anno e mezzo, abbandonati la scorsa settimana sulle crescenti tensioni create dall’attesa della riunione moscovita.
Nel Vecchio Continente la giornata non presenta particolari attese sul fronte macroeconomico, mentre negli Stati Uniti Wall Street osserva una giornata di chiusura a seguito dei festeggiamenti per l’anniversario della nascita di Washington.
Piazza Affari (FTSE Mib -0,49%, FTSE Italia All-Share -0,44%) inizia la settimana con gli indici ribasso, condizionata dall’incertezza sull’esito delle elezioni politiche e dai dubbi sulla ripresa economica, in controtendenza alle  principali Borse europee (Francoforte +0,43%, Parigi +0,17%). Il listino milanese ha risentito delle vendite sui titoli del comparto bancario, tutti in calo con l’eccezione della Banca Popolare di Milano, sotto i riflettori per il progetto di trasformazione in società per azioni, nonostante il tentativo di rimbalzo di Finmeccanica sui rumors (voci) di un’imminente vendita di Ansaldo Energia ed il rally di Telecom Italia Media dopo uno stop per eccesso di rialzo a fare da contrappeso.
In aumento lo spread tra il Btp e il Bund con scadenza a dieci anni: anche qui pesano i timori sulla reale governabilità del Paese dopo le elezioni di questo week-end, che innalzano lo spread tra il titolo italiano (Btp novembre 2022) e quello tedesco di pari durata ad oltre 280 punti, riportando il rendimento del decennale sopra al 4,4%; in risalita anche lo spread tra i titoli con scadenza a due anni, che vedono le loro cedole ritornate sopra l’1,6%.

Condividi sui social

Articoli correlati