Fitch: Italia in recessione nel 2013. Debito e instabilità, un cocktail letale per Piazza Affari

TRIESTE – L’ottava che conclude oggi la settimana borsistica è stata caratterizzata da due eventi principali, l’asta dei titoli di stato italiani tenutasi mercoledì scorso ed il vertice dei  capi di Stato del Consiglio Europeo con il presidente della BCE (Banca Centrale Europea) Mario Draghi apertosi ieri a Bruxelles.

Deludente il risultato dl primo appuntamento, dove il collocamento dei BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) ha registrato rendimenti in crescita e, per quel che concerne l’offerta di titoli con scadenza atre anni, tasso di copertura (rapporto tra titoli richiesti e titoli offerti) in contrazione, con un  ammontare offerto inferiore al massimo fissato dal Tesoro. Per contro la notizia riportata dal quotidiano finanziario MF dell’altissima domanda, pari a 12 miliardi di euro a fronte di un’offerta di 5 miliardi di bond decennali, con cui è stato accolto il ritorno dell’Irlanda sul mercato dei collocamenti, fenomeno che ha consentito di abbassare il rendimento dell’emissione a tassi inferiori a quelli dell’analogo BTP italiano, nonostante l’alto tasso di disoccupazione di cui soffre Dublino ed il fatto che sia ancora sotto la guida della Troika (BCE, Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale).
La due giorni del vertice UE a Bruxelles dovrà invece trovare un   equilibrio tra austerità e crescita, partita in cui l’Italia è in prima linea dopo la lettera inviata da Mario Monti, in qualità di premier uscente, ai colleghi europei, nella quale ha chiesto di consentire all’Italia l’utilizzo di tutti i margini consentiti dal Patto di Stabilità per attuare un piano di sostegno alla creazione di posti di lavoro stabili e di migliore qualità, mediante l’alleggerimento del cuneo fiscale sui nuovi contratti di lavoro, favorendo l’apprendistato dei giovani e rafforzando i servizi per l’infanzia.
Nel frattempo l’Eurostat ha comunicato che nella zona euro l’occupazione,  la  produzione industriale e l’indice dei prezzi al consumo sono tutti in flessione; secondo l’Istat anche in Italia l’inflazione è aumentata,  mentre la Banca d’Italia ha certificato un nuovo record (negativo) per il debito pubblico, balzato a 2.023 miliardi di euro dai 1.989 miliardi di dicembre, il livello più elevato in assoluto dopo il precedente picco di novembre 2012.
La debolezza dell’economia italiana trova purtroppo riscontro nelle analisi degli esperti dell’agenzia Fitch che, dopo aver tagliato il nostro rating sovrano ad inizio settimana, ora non esclude una forte recessione nell’esercizio in corso, stimando un calo del PIL (Prodotto Interno Lordo) nazionale dell’1,8%, nonostante qualche segnale di ripresa nella seconda metà dell’anno.
Dati non molto confortanti che, dopo l’ennesima ottava all’insegna dell’incertezza e della volatilità, giustificano l’opacità dell’ultima seduta della settimana per Milano e le principali Borse europee, incuranti del buon andamento dei mercati asiatici e del record raggiunto ieri dal Dow Jones, al decimo rialzo consecutivo come non avveniva dal lontano novembre 1996.
Seduta nervosa a Piazza Affari nel giorno dell’insediamento del Parlamento italiano, con l’incertezza della situazione politica che ha influito negativamente sul clima generale dopo il forte rimbalzo di ieri; indici milanesi in ribasso (FTSE Mib -0,57, FTSE Italia All-Share -0,45%), in linea con le flessioni di Francoforte (- 0,39%), Londra (-0,59%) e Parigi (-0,67%).

Occhi puntati sui bancari e sulla pubblicazione dei conti 2012 di Banco Popolare ed Unicredit: per quanto concerne l’esercizio appena concluso, l’istituto di Piazza Cordusio ha conseguito ricavi sostanzialmente in equilibrio con il giro d’affari, registrando un utile netto di Gruppo in netto miglioramento rispetto alle perdite accusate l’anno precedente; la posizione patrimoniale del Core Tier 1 (capitale azionario e riserve da utili non distribuiti), la componente primaria del  capitale di una banca secondo gli accordi di Basilea, è sostanzialmente stabile al 10,84%, mentre riguardo alle stime 2013 la società ha sottolineato che «considerate le attuali difficoltà del contesto macroeconomico, gli obiettivi finanziari previsti dal Piano Strategico saranno rivisti, pur confermando le iniziative ad esso sottostanti».
In leggera discesa lo spread tra il Btp e il Bund con scadenza a dieci anni, con una differenza tra il titolo italiano (Btp novembre 2022) e quello tedesco scesa a 314 Bp (punti base) dai 318 della chiusura di ieri, corrispondente ad un rendimento del 4,6%; in calo anche il differenziale dei titoli con scadenza a due anni, la cui resa si conferma all’1,8%.

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