Economia. BCE, la ripresa frenata dall’aggiustamento dei conti

ROMA – In Italia forse sono ancora in pochi ad essersene accorti ma la ripresa in Europa è già arrivata.

A dircelo è la BCE che nel suo bollettino mensile di gennaio rileva che, facendo seguito all’aumento dello 0,3% sul periodo precedente registrato dal pil in termini reali all’interno dell’area dell’euro nel terzo trimestre del 2010, “i recenti dati statistici e i risultati delle ultime indagini congiunturali confermano che la positiva dinamica di fondo dell’attivita’ economica dell’area e’ proseguita verso la fine dello scorso anno”.
La BCE però non vede tutto rosa e non mette certo tutti i paesi sullo stesso piano, per l’istituto di Francoforte infatti , “tutti i paesi dell’area dell’euro devono portare avanti strategie di risanamento pluriennali che siano ambiziose e credibili. Cio’ contribuira’ a rafforzare la fiducia nella sostenibilita’ dei conti pubblici, a ridurre i premi al rischio nei tassi di interesse e a migliorare le condizioni per una crescita solida e sostenibile. Ogni evoluzione positiva delle finanze pubbliche, che possa verificarsi sulla scorta di fattori quale un contesto economico piu’ favorevole delle attese, deve essere sfruttata per accelerare il processo di riequilibrio dei conti’”

La Bce, sottolinea inoltre come occorra “attuare con tempestivita’ riforme strutturali consistenti e di ampia portata a integrazione del risanamento dei conti pubblici per migliorare le prospettive di una maggiore crescita sostenibile. Profonde riforme risultano particolarmente necessarie nei paesi che in passato hanno subito una perdita di competitivita’ o che al momento risentono di disavanzi di bilancio e disavanzi esterni elevati’
In buona sostanza la BCE invita i paesi membri a mettere a posto i propri conti, a spendere di meno innanzitutto od a incassare un po’ di più, laddove però i paesi membri seguano il consiglio della Bce si creerebbe un effetto collaterale negativo, che Francoforte segnala nello stesso documento: “ci si attende che la ripresa dell’attivita’ sia frenata dal processo di aggiustamento dei bilanci in corso in diversi comparti”.

Tra i paesi che saranno ‘costretti’ a mettere la testa a posto non poteva certo mancare l’Italia, il cui debito sovrano continua ad essere sorvegliato speciale anche da parte dei mercati: “in dicembre e all’inizio di gennaio i differenziali di rendimento dei titoli di Stato a 10 anni dei paesi dell’area euro rispetto ai titoli tedeschi si sono lievemente ristretti, tranne che nel caso della Grecia. Nel mese, tuttavia, le tensioni nei mercati del debito sovrano dell’area sono rimaste elevate e, come in novembre, non si sono limitate soltanto a Grecia, Irlanda e Portogallo, ma si sono manifestate anche in altri paesi dell’area euro quali Spagna, Italia e Belgio”.
L’economia quindi torna a rivendicare quegli spazi e quelle attenzioni da parte della classe dirigente che in questo momento molti pensano stiano mancando.

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