Agricoltura. Regione Lazio assegna terre ai giovani per aprire nuove aziende. VIDEO

 

ROMA  – “Dopo oltre 40 anni in Italia si ricomincia a dare le terre ai giovani per aprire nuove aziende. Noi siamo orgogliosi di aver mantenuto la promessa, abbiamo dimostrato che si puo’ fare, in sei mesi siamo riusciti a preparare il bando, definire le imprese, accogliere le domande.

E la cosa importante e’ che questo esperimento non e’ costituito solo dalla terra, ci sono anche dei fondi, c’e’ un tutoraggio dell’Arsial affinche’ queste imprese diventino delle imprese vere”. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha commentato cosi’ l’assegnazione dei primi due lotti del bando ‘Terre ai giovani’ con cui l’Arsial mette a disposizione di giovani imprenditori le proprie terre. Secondo il governatore “questo e’ il modo per cambiare l’Italia: creare lavoro, non con il lavoro assistenziale, ma attraverso l’innovazione, e siamo orgogliosi di poter dire che il Lazio si sta candidando ad essere un esempio italiano di innovazione, una realta’ che capisce la crisi, ci sa stare dentro, pero’ reagisce. Grazie a questo progetto, oggi abbiamo assegnato i primi due lotti, gli altri otto lotti nei prossimi giorni”.

Anche per l’assessore all’Agricoltura, Sonia Ricci, il bando “e’ un grande successo, ma il vero successo sara’ quando questi due progetti saranno operativi e chi ha investito insieme a noi comincera’ a vedere i primi risultati economici. Non nascondo la mia soddisfazione. In Italia, per le lungaggini amministrative e la paura di innovare, spesso non si fa nulla. Noi abbiamo voluto scommettere partendo da un principio molto semplice: i terreni vanno coltivati, e noi li mettiamo a disposizione di chi ha voglia e passione di iniziare una nuova attivita’. Siamo in questo confortati dai numeri dell’agricoltura, un settore che continua a registrare un incremento costante, +0,4% solo nell’ultimo semestre”. Per questo, ha concluso Ricci, “abbiamo la consapevolezza che e’ un settore che torna dopo tanti anni a tutto tondo, e da’ risposte anche in termini occupazionali.

L’altra bella novita’ di questo nuovo modo di fare l’agroalimentare e’ che i giovani hanno la testa giusta per fare innovazione, che sara’ l’elemento vero di svolta e di sfida. L’agroalimentare italiano e’ uno dei marchi piu’ famosi al mondo”. 

“Oggi e’ una giornata storica. Ho molto creduto in questa operazione non solo per la forza dell’agro-industria che e’ tra i settori che possono aiutare l’Italia ad uscire dalla crisi, ma anche per il lavoro culturale enorme perche’ nel 1951 fu fatta una grande riforma agraria in un periodo di deflazione come oggi, naturalmente erano condizioni diverse, ma si puo’ dimostrare che per creare lavoro e sviluppo si deve avere molta fantasia e passione e fare grandi operazioni in Europa ma  anche micro-operazioni”. Lo ha detto il commissario straordinario dell’Arsial, Antonio Rosati, nel corso della conferenza stampa sul bando ‘Terre ai giovani’.   

“Erano oltre 40 anni che in Italia non si assegnavano terre- ha aggiunto Rosati- e ho visto che il ministro Martina e’ molto interessato e nel nostro Paese ci sono oltre 5 mila ettari di terra che possono essere messi al servizio del mondo agro industriale e che possono creare centinaia di posti di lavoro. Speriamo che il governo Renzi e che l’Europa comprendano – in particolare la Merkel – che l’austerita’ da sola ci porta a sbattere contro un muro e a non avere speranza e fiducia e il consenso che ha ottenuto questa iniziativa dimostra che e’ possibile trovare una via giusta per il lavoro”.

Quanto ai giovani che hanno deciso di intraprendere un’iniziativa nel settore agricolo, Rosati ha raccontato che “leggendo i piani aziendali presentati sono rimasto colpito e impressionato dall’intelligenza e la sensibilita’, perche’ al loro interno si prospetta non solo quello che si fara’ in queste aziende, ma come si pensa di andare sul mercato. Lo straordinario livello culturale dimostra che l’agroindustria, volano italiano, puo’ essere una delle grandissime carte che noi dobbiamo giocare. I Paesi europei, ma anche la Cina, il Vietnam, la Malesia, le Filippine, i Paesi arabi, chiedono prodotti italiani, naturalmente dobbiamo essere intelligenti, piu’ organizzati, piu’ seri, piu’ rigorosi: non ha piu’ senso che le Regioni italiane vadano in ordine sparso sui mercati internazionali. Bisogna tornare ad un’unica politica di export. In piu’ nel Lazio abbiamo la citta’ di Roma che vuole consumare buon cibo. Con una battuta dico: chi mangia male, pensa male”.

(Dire)

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