VENEZIA – “Dopo aver annunciato una rivoluzione copernicana in materia di tasse, il Premier Renzi adesso ci dica dove troverà le risorse per fare questa operazione, visto che la crescita economica prevista nei prossimi anni sarà ancora molto contenuta e la situazione dei nostri conti pubblici non ci consentirà di superare la soglia del 3 per cento del rapporto deficit/Pil.
In altre parole, per tagliare le imposte deve altresì indicare quali capitoli di spesa andrà a razionalizzare, diversamente i suoi annunci non appaiono attendibili. Ricordiamo, inoltre, che entro la fine di quest’anno l’Esecutivo dovrà reperire ben 16,8 miliardi di euro, altrimenti già dal prossimo mese di ottobre scatterà l’aumento delle accise sui carburanti e dal 2016 l’Iva subirà l’ennesimo ritocco all’insù, mentre le detrazioni e le deduzioni fiscali subiranno una forte riduzione”.
Per voce di Paolo Zabeo, la CGIA ha assunto una posizione molto critica nei confronti delle promesse rilasciate ieri dal Premier Renzi. Pur riconoscendo che con questo Governo si è invertita la tendenza – grazie all’introduzione del bonus degli 80 euro, alla decontribuzione totale per 36 mesi per coloro che assumono un dipendente a tempo indeterminato e all’abolizione dalla base imponibile Irap del costo del lavoro dei dipendenti con un contratto a tempo indeterminato – è necessario proseguire su questa strada, senza, però, lanciare promesse che rischiano di non essere mantenute.
“E’ ovvio che di fronte all’Assemblea nazionale del Pd il premier Renzi aveva l’obbligo di trasmettere un po’ di entusiasmo per risollevare il morale delle sue truppe – conclude Zabeo – ma annunciare una sforbiciata tra imposte e contributi che si aggira tra i 35 e i 45 miliardi di euro pare un obbiettivo difficilmente raggiungibile. L’invito che rivolgiamo al Premier è di dimostrarci con dati alla mano dove recupererà queste risorse, altrimenti rischiamo di trovarci di fronte all’ennesima promessa lanciata nel vuoto”.
E mentre Renzi si è impegnato entro al fine della legislatura a togliere la tassa sulla prima casa, a ridurre l’Ires, l’Irap e l’Irpef, nel giro di pochi mesi dovrà “sterilizzare” una serie di clausole di salvaguardia da far tremare i polsi. Entro il prossimo 30 settembre, infatti, dovrà recuperare 728 milioni di euro per non far scattare l’aumento delle accise sui carburanti, poichè l’Ue ci ha bocciato l’estensione del reverse charge alla grande distribuzione. Con la prossima legge di stabilità che dovrà essere approvata entro la fine di quest’anno, invece, sarà necessario reperire altri 16 miliardi di euro circa per evitare che dall’inizio del 2016 scatti l’ aumento dell’Iva e la riduzione delle detrazioni e delle deduzioni fiscali.
LE RISORSE DA REPERIRE ENTRO LA FINE DEL 2015
PER EVITARE NUOVE TASSE (importi in milioni di euro)
Aumento aliquote IVA in caso di mancati risparmi di spesa (1) (commi 718 e 719 Legge 190/2014) |
12.814 |
Aumento aliquote di imposte e riduzione detrazioni/agevolazioni in caso di mancati risparmi di spesa (1) (commi 430 Legge 147/2013) |
3.272 |
Aumento accise carburanti a seguito bocciatura Ue estensione reverse charge alla grande distribuzione (2) |
728 |
TOTALE RISORSE DA REPERIRE |
16.814 |
Elaborazione Ufficio Studi CGIA
Nota
(1) Gli inasprimenti di tassazione possono essere evitati integralmente o in parte con provvedimenti normativi che assicurino gli stessi effetti positivi sui saldi di finanza pubblica, attraverso il conseguimento di maggiori entrate odi risparmi di spesa, mediante interventi di razionalizzazione e di revisione della spesa pubblica.
(2) a seguito alla mancata autorizzazione da parte dell’Unione Europea all’ estensione del reverse charge alla grande distribuzione, il Governo deve recuperare 728 milioni di euro, altrimenti scatterà l’aumento delle accise sui carburanti. Con il Decreto Legge enti territoriali è stato spostato il termine entro cui provvedere dal 30 giugno 2015 al 30 settembre 2015.