Immigrati: 100.000 imprese in più in 5 anni

ROMA – Nonostante la crisi è in costante crescita il numero degli immigrati che hanno aperto un’impresa in Italia: nel solo 2015 le imprese individuali aperte da cittadini extraeuropei sono aumentate di quasi 23mila unità, portando la cifra totale a superare le 350mila unità, il 10,9% di tutte le imprese individuali presenti nel nostro Paese.

Cinque anni fa erano 100.000 in meno: un dato che assume maggior significato se si considera che il saldo complessivo delle imprese individuali lo scorso anno è stato pari a -0,1%.

Lo rilevano UnioncamereInfoCamere sulla base dei dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio italiane. I piccoli imprenditori extra-UE sono particolarmente presenti nelle attività artigianato: sono oltre 120mila, un terzo di tutte le micro-aziende di immigrati, quelle con forti specializzazioni in settori economici quali i servizi alle imprese (dove il 23% è extra-UE), il commercio (16,4%) e le costruzioni (15,2%). in maggioranza provengono da Marocco,Cina, Albania e il 21% è gestito da una donna.

La mappa della loro presenza sul territorio vede ai primi posti Toscana, Lombardia, Liguria e Lazio (in tutte le micro-imprese di immigrati superano il 15% del totale delle imprese individuali regionali); unica eccezione in positivo Prato che, con il 40,9% di imprese individuali con passaporto extra-UE, si conferma la capitale virtuale dell’imprenditoria immigrata in Italia.

Per gli stranieri giunti in Italia aprire un’impresa è certamente un modo per integrarsi nel nostro sistema economico e sociale” – commenta il Presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “Gli imponenti flussi migratori con i quali ci confrontiamo richiedono sicuramente politiche di accoglienza mirate. A queste, però, si possono affiancare strumenti e politiche di integrazione a basso costo quali quelle di supporto all’avvio dell’attività imprenditoriale. E’ questo un ambito nel quale le Camere di Commercio giocano un ruolo importante”.

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