A Davos condanna dell’Italia del Bunga Bunga. Il Web si mobilita contro Berlusconi

Il massimo analista economico del mondo Nouriel Roubini agli italiani: “Siete di fronte ad accuse di una vera e propria prostituzione di Stato, orge con minorenni, ostruzione alla giustizia. Avete un serio problema di leadership che blocca le riforme necessarie”

DAVOS – “Il più grande Presidente del Consiglio della storia italiana”, il premier del fare, il salvatore della pace internazionale durante la crisi fra Russia e Georgia nel 2008, cioè Silvio Berlusconi, rappresenta un problema internazionale secondo le menti economiche riunite al Forum internazionale di Davos in Svizzera. Mentre il ministro Tremonti faceva finta di nulla e si apprestava ad una conferenza stampa, era stata organizzata una sessione speciale dedicata proprio al nostro Paese: “L’Italia, un caso speciale”. Il documento introduttivo non poteva essere più esplicito: “Malgrado la sua storia, il suo patrimonio culturale, la forza di alcuni settori della sua economia, il paese ha difficoltà di governance e un’influenza sproporzionatamente piccola sulla scena globale. Le sue prospettive economiche e sociali appaiono negative”. Gli economisti più ascoltati e previdenti del pianeta cominciano a porsi, dunque, il problema Italia, non escludendo che, soprattutto per colpa di un Governo incapace, una crisi strutturale possa colpire il Belpaese esattamente come è successo alla Grecia. L’Italia è rappresentata alla sessione speciale da banchieri e imprenditori, che dovrebbero descrivere la situazione reale. Ma la diagnosi degli analisti è impietosa. Michael Elliott, direttore del settimanale “Time”  dice senza mezzi termini: “Contate molto meno di quel che dovreste nell’economia internazionale, i problemi del vostro governo vi precludono di svolgere il ruolo che vi spetta”. Ancora più dura è la reprimenda di Nouriel Rubini, il massimo guru degli analisti, quello che previde la pesante crisi del 2008: “Di solito parlo solo di economia ma nel vostro caso il problema del governo è diventato grave, è una vera distrazione che v’impedisce di fare quello che dovreste. Siete di fronte ad accuse di una vera e propria prostituzione di Stato, orge con minorenni, ostruzione alla giustizia. Avete un serio problema di leadership che blocca le riforme necessarie”. Secondo Roubini “un contagio della sfiducia dei mercati è ancora possibile  perché il divario è enorme tra le riforme strutturali di cui avete bisogno, e ciò che è stato fatto”.

Le macerie della considerazione del mondo verso l’Italia

La maggior parte dell’opinione pubblica italiana non si rende conto degli enormi danni che il governo di Berlusconi sta producendo – ed ha già abbondantemente prodotto – sulla sua immagine internazionale. Il sistema televisivo di proprietà del Presidente del Consiglio occulta questo genere di notizie, come quelle che provengono dalla stampa internazionale. Nella sua edizione di ieri, il “New York Times”, uno dei quotidiani più influenti del mondo, ha aperto un dibattito fra i suoi lettori con il titolo “Perché gli italiani tollerano Berlusconi?”. Il “ Financial Times”, il quotidiano economico più importante a livello internazionale, oggi si occupa per mezza pagina del nostro premier annunciando che la guerra dichiarata ai giudici da Berlusconi sta “minando l’energia del governo”. Il magnate di Arcore viene definito un “animale da party intrappolato in una situazione di stallo”. Il FT, poi, rimarca come gli ambienti diplomatici europei sono “interdetti da una saga che ha visto persino Berlusconi telefonare in diretta ad una trasmissione televisiva per condannarla come ‘un postribolo’ e per difendere la sua igienista dentale”. Sul piano internazionale, “si rafforza l’immagine di un’Italia sempre più ai margini del potere”, le cui proposte in politica estera e finanziaria possono “non essere prese troppo sul serio”.

La protesta parte dal Web

Mentre Berlusconi e i suoi gerarchi studiano la migliore strategia per rendere inoffensivi ancora una volta i magistrati, in realtà, la punta più avanzata della protesta sta prendendo forma sulla rete. Esattamente come avvenuto nei Paesi maghrebini, Internet sta diventando il luogo di consolidamento di tutti coloro che chiedono espressamente le dimissioni di Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi. Al grido di “L’Italia non è una Repubblica fondata sulla prostituzione”, il 12 febbraio scenderanno in piazza i cittadini di tutte le città italiane ed anche di alcuni straniere che avranno organizzato una protesta con pentole e mestoli per chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio. Le città dove sono sorti già dei comitati organizzativi sono: New York, Londra, Barcellona, Zaragoza, Ancona, Anzio e Nettuno, Bari, Cuneo, Firenze, Foggia, Lucca, Milano, Napoli, Padova, Pescara, Pistoia, Riccione, Roma, Sassari, Taranto, Torino, Trieste, Udine, Venezia, Catania e Palermo. Per aderire all’iniziativa e organizzare le manifestazioni della propria città si può scrivere a [email protected].

Serve un contagio, un sollevamento dell’orgoglio di tutti quegli italiani che si sentono e sono diversi da Silvio Berlusconi e vogliono ridare dignità a questo Paese.

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