Rosarno 2010-2011- Dopo gli scontri il riscatto del ritorno. LE FOTO

ROSARNO – Agli scontri di Rosarno del 7 gennaio 2010, immediatamente dopo lo sgombero dei migranti africani, ho realizzato un reportage fotografico nell’area della Piana di Gioia Tauro, comprendente la zona dello Spartimento nell’ex oleificio dove erano alloggiati e nella Rognetta, loro primo insediamento storico a cui si riferiscono le prime immagini.

Il luogo acquista una duplice importanza in quanto non esiste più: abbiamo, tutti, assistito alla sua demolizione, ordinata il giorno dopo l’evacuazione. Solo attraverso il racconto fotografico è possibile ricostruire un mondo, una struttura senza tetto, dove all’interno case-stanze in lamiera e abitazioni ricoperte con buste di plastica, occupavano la superficie della costruzione, ormai uno scheletro. Biciclette accatastate occupavano una parte del piazzale. Un mondo, pieno di segni e di simboli, portatore di due culture differenti, quella africana e quella calabrese-rosarnese, lasciando spazio anche all’immaginazione , sia mia che di chi osserverà le foto. Simulacri nel senso di luoghi che non esistono più, spectrum, nella accezione della fotografia, mantenendo un legame con la spettacolarizzaizone (alcune foto ritraggono scenari che sembrano quasi set teatrali o cinematografici naturali, dove non vi è nulla di precostituito, ma esistono in se) e aggiungono quella “cosa spaventosa” che vi è in ogni fotografia: “il ritorno del morto”, citando Roland Barthes, che in questo caso lo incarna pienamente.

Sono i luoghi a parlare , pur raccontando storie di uomini e di scontri. Il fatto che ho documentato il subito dopo, innanzitutto, mi ha permesso di avere uno sguardo più lucido e dei tempi di riflessione maggiori rispetto a quello a cui stavamo assistendo, che ritengo non avrei potuto fare durante gli scontri.

Ad un anno dalla rivolta ci si è chiesto cosa fosse realmente cambiato, e se lo è chiesto anche la nuova ondata di braccianti africani che sono ritornati sia a Rosarno che nelle altre aree agrumicole calabresi. E proprio ad un anno di distanza, sostenuti dalla giovane Rete Radici, i migranti si sono incontrati nella sede della Cgil di Gioia Tauro per fare il punto sulla loro condizione, tracciando le linee per le nuove rivendicazioni quali la legalizzazione del lavoro e la richiesta dei permessi di soggiorno. La manifestazione avvenuta ad un anno esatto di distanza, in maniera assolutamente pacifica si è svolta da Rosarno a Reggio Calabria dove, davanti alla Prefettura, i migranti giunti da tutte le città della Calabria, hanno sfilato con cartelli colorati rivendicando i loro diritti. Solo alcuni di loro hanno ottenuto il rilascio del permesso di soggiorno…molti di quei visi sono sparsi per l’Italia, altri Oltralpe. Una storia di umana solitudine in un modo di “occidenti”

Le immagini di Ivana Russo – Clicca sulla foto per aprire la galleria fotografica
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