Delitto Onofri: Pg della Cassazione chiede l’ergastolo per l’assassino

Nel 2006 veniva sequestrato ed ucciso Tommaso Onofri. Uno degli assassini, Salvatore Raimondi, è già in carcere, condannato definitivamente a vent’anni, mentre a Roma la Corte di Cassazione deve decidere sulle condanne all’altro assassino materiale del piccolo, Mario Alessi, ed alla sua complice Antonella Conserva.

ROMA – Un brivido scorre lungo la schiena: un altro bambino strappato alla vita, un’anima candida risucchiata dalla cattiveria degli adulti. È questo il pensiero che arriva alla mente quando si ricorda la storia del piccolo Tommaso Onofri, sequestrato ed ucciso nel parmense a soli 18 mesi da Mario Alessi e Salvatore Raimondi.

Una storia che sembra capitata secoli fa, seppellita nei ricordi e rimpiazzata dall’orrore delle vicende più recenti come l’omicidio Sarah Scazzi o la scomparsa di Yara Gambirasio. Ed invece il Piccolo Tommy è stato ucciso solo il 2 marzo 2006, poco più di quattro anni fa. Il bambino, che soffriva gravemente di epilessia e aveva bisogno di farmaci salvavita, fu soffocato e finito a colpi di  badile la sera stessa del sequestro.

In queste ore, davanti alla quinta sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, si sta completando l’ultimo grado di giudizio per Mario Alessi e la sua convivente nonché complice Antonella Conserva. Salvatore Raimondi, invece, processato con il rito abbreviato è già stato condannato a vent’anni con sentenza passata in giudicato. Compito dei togati del Palazzaccio è quello di assicurare l’uniforme applicazione ed interpretazione delle norme giuridiche, quindi non di entrare nel merito della condanna emessa dalla Corte d’Appello. Non devono essere discussi nuovamente il movente o le modalità del delitto, ma bisogna solo appurare che siano state applicate correttamente le leggi.

La requisitoria antecedente la decisione dei giudici è stata svolta dal procuratore generale Giuseppe Galati che ha chiesto di confermare l’ergastolo per Mario Alessi e 30 anni di reclusione per Antonella Conserva. La motivazione principale della richiesta sta nella «eccezionale gravità del delitto e nel disvalore morale e sociale del sequestro di un minore, culminato con la sua uccisione». La Corte di Cassazione deve però decidere sulla corretta applicazioni della legge ed infatti il Pg ha precisato che esiste «la congruenza logica del complesso motivazionale del verdetto di condanna emesso dalla Corte d’Assise d’Appello di Bologna, che è ancorato a prove congrue e logiche, che evidenziano la consistenza delle accuse». Insomma, i giudici di secondo grado hanno deciso bene.

La difesa di Alessi ha chiesto l’annullamento con rinvio del verdetto d’appello e la celebrazione di un nuovo processo: «Nei confronti di Mario Alessi c’è stato un processo mediatico, entrato nell’atmosfera del processo giudiziario: sin dall’inizio è stato martoriato con la definizione di mostro, mentre è solo un ignorante e confusionario, che ha comunque diritto ad un processo non inquinato da influenze esterne».

Alla conferma delle condanne si è associato l’avvocato in rappresentanza della famiglia Onofri: «È da confermare integralmente, anche nelle statuizioni civili, la condanna nei confronti di Alessi e Conserva: loro stessi hanno ammesso le loro responsabilità, lui conducendo gli investigatori nel luogo dove il piccolo Tommy era stato seppellito, lei ammettendo, dopo ben 33 udienze, di aver chiamato il suo convivente per andarlo a prendere nelle immediate vicinanze del luogo del delitto».

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