Bambine senza istruzione. Un futuro negato

 

Il dramma delle discriminazioni di genere nel mondo

 

ROMA – Sono 65 milioni le bambine che nel mondo non hanno alcun accesso all’istruzione, né primaria né secondaria. Se si analizza poi il tasso di completamento degli studi si nota che le bambine abbandonano la scuola molto più frequentemente rispetto ai bambini maschi. 

I dati presentati sono stati pubblicati all’interno di un dossier realizzato dall’organizzazione umanitaria Plan Italia che ha condotto una ricerca relativa al diritto delle bambine all’istruzione nei Paesi in via di sviluppo, dove le discriminazioni di genere sono una realtà comune. 

In queste aree infatti chi viene escluso dalla scuola è una bambina povera che appartiene ad un gruppo etnico discriminato. I motivi alla base del problema sono diversi, primo fra tutti l’incapacità delle famiglie di comprendere il valore dell’istruzione considerando più utile tenere le proprie figlie a casa a svolgere le faccende domestiche. Purtroppo però questa non è l’unica ragione: le bambine che frequentano la scuola sono infatti soggette a violenze da parte dei loro compagni o tutor e allo stesso tempo rischiano di subire violenze durante il percorso per raggiungere l’istituto che frequentano, motivi che le portano ad avere paura e a restare a casa. 

C’è infine il tragico fenomeno delle spose bambine, una delle cause più drammatiche per le quali le bambine mettono da parte gli studi e con essi la capacità di sognare un futuro migliore.

Le loro storie parlano di un’infanzia negata. Sono storie come quella di May, giovane ragazzina della provincia di Ha Giang, in Vietnam, data in sposa contro la propria volontà. Ogni giorno sono circa 39.000 le bambine che vanno incontro a matrimoni prematuri: alcune riescono a uscire da questa orribile condizione e a testimoniare le violenze subite, altre come May non riescono a ribellarsi, pur coltivando il sogno di una vita fondata sulla libertà di poter scegliere il proprio futuro. 

La tragedia di May ha inizio durante il tragitto che la porta a scuola quando viene “scelta” e rapita da un ragazzo. Suo fratello scopre il luogo dove è tenuta prigioniera e invece di battersi per riportarla a casa la cede al rapitore in cambio di alcune bottiglie di alcolici e qualche soldo. May viene così costretta a sposare l’uomo che le ha fatto del male, con il benestare della sua famiglia. 

La sua storia è quella di una bambina venduta come fosse un oggetto da chi invece dovrebbe proteggerla e, purtroppo, non è l’unica. Le bambine costrette a matrimoni precoci sono potenziali vittime di violenze fisiche e psicologiche, nonché maggiormente esposte a rischi sanitari. 

Il drammatico fenomeno è strettamente connesso all’assenza di istruzione in quanto le ragazzine che non vanno a scuola hanno tre volte più probabilità di sposarsi prima dei 18 anni rispetto a coloro che hanno invece finito la scuola secondaria. Per questo motivo il ciclo della povertà non si interrompe. 

Plan Italia lavora in 69 paesi del mondo, 50 in via di sviluppo, per migliorare la condizione delle bambine e vedere riconosciuto il valore dell’istruzione, che fornisce a queste giovani donne la fiducia e gli strumenti necessari per combattere le disuguaglianze di genere. Le ricerche portate avanti dalla Onlus infatti dimostrano che se le adolescenti frequentano la scuola acquisiscono nel tempo vere abilità che le portano a trovare un lavoro dignitoso. 

L’istruzione è quindi un fattore chiave per ritardare il matrimonio e le gravidanze. 

Oltre a questo è chiaro chela vita dei bambini in queste aree del mondo migliorerà solo se migliorerà anche la situazione delle famiglie e delle comunità di cui fanno parte: è necessario un impegno a lungo termine per rompere il ciclo della povertà e permettere ai bambini di oggi di diventare adulti in grado di realizzare i propri sogni.  

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