Ddl Riforme. Resta immunità per i senatori. M5S, uno sfregio ai cittadini

ROMA – La commissione  Affari Costituzionali del Senato ha approvato l’emendamento  dei relatori che sopprime l’articolo 6 del Ddl sulle riforme  istituzionali: in questo modo resta l’immunità per i  senatori che era invece stata lasciata solo per i deputati  nel testo del Governo. 

La proposta è  stata approvata con il sì di tutti i gruppi tranne M5S e Sel  e l’astensione di Augusto Minzolini (Fi). Il Governo ha dato  parere favorevole.  Giovanni Endrizzi (M5S) rileva che l’immunità è stata  reintrodotta «senza nemmeno sapere se i membri del Senato  della Repubblica saranno eletti dai cittadini oppure nominati  dalle segreterie di partito. Dopo la sentenza della Corte  Costituzionale che ha abolito il ‘Porcellum’ tra l’altro come  ‘padri costituentì di fatto siamo già ‘padri illegittimì.  Ora, che a questa politica si mantenga il privilegio  dell’immunità parlamentare totale è uno sfregio al dialogo  con i cittadini». 

Tempestiva la replica dei Pd ai pentastellati. «Il M5S versa lacrime di coccodrillo sulla questione dell’immunità. Forse nel giro di pochi giorni, si sono dimenticati di aver firmato con 11 senatori, compreso il capogruppo Buccarella, un emendamento per ripristinare proprio ciò che ora condannano». Lo affermano i senatori del Pd Laura Cantini, Mario Morgoni e Francesco Scalia. «Non escludiamo che l’aula possa decidere per soluzioni diverse -sottolineano gli esponenti dem – ma non permettiamo a nessuno di offuscare le scelte trasparenti che il Pd ha fatto su questo argomento. Fu il premier Renzi a ricordare, durante il caso Genovese, che i democratici sono sempre per il rispetto della legge», concludono i senatori.

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