Millegiorni. Un cambiamento da monitorare passo dopo passo

ROMA – “L’Italia la cambiamo, piaccia o non piaccia ai soliti noti esperti di palude. #millegiorni e l’Italia tornerà leader”. Così Matteo Renzi in un tweet a margine della conferenza Stampa a Palazzo Chigi dove ha presentato la partenza dei Millegiorni, tanti infatti ce ne vorranno – secondo il premier – per “per rendere l’Italia più semplice, più coraggiosa, più competitiva. Dunque, più bella”.

Il cambiamento che tanto decanta Renzi potrà essere seguito sul sito http://passodopopasso.italia.it/  che di fatto comunicherà l’avanzamento delle riforme avviate e consentirà a chiunque di partecipare e anche di criticare. Insomma, di promesse ne ha fatte tante il premier, addirittura troppe, visto il clima di scetticismo che si respira da troppo tempo.  “Cosa stiamo presentando, in soldoni?” ha precisato Renzi. “Un lavoro che per il governo sarà coordinato da Graziano  Delrio,  e  da Maria Elena Boschi nei loro ruoli. Siamo certi che di qui passi anche una parte della scommessa della politica”.  Sul sito ‘passodopopasso.italia.it’ «avrete modo di verificare» se c’è un elemento di verità profondo nelle riforme sta nel  il «countdown» delle riforme: «Ogni giorno sul sito ci saranno elementi nuovi, che verranno dall’attività parlamentare ma anche dal dibattito dei cittadini. Domani vedrete misure sull’agricoltura legate all’expo, mercoledì elementi sul percorso di riforma della scuola. Vogliamo riuscire a dare una visione un pò più completa di quello che abbiamo fatto: come se ci fosse un puzzle, la cui cornice per noi è chiara, e i cui pezzi giorno dopo giorno saranno inseriti. Ci sarà uno spazio di azione per i cittadini, chiunque potrà partecipare, coinvolgersi, criticarci”. E tutto questo finirà nel maggio del 2017, mese in cui si tireranno le somme. 

Renzi è così sicuro del suo programma che ha parlato addirittura di rivoluzione della politica italiana contro l’accusa di “annuncite” che gli è stata contestata. Ma non solo. Renzi, dal canto suo, intende imporre la politica italiana anche in sede europea e non con una bandierina collocata sulla poltrona.  Il premier è tornato a parlare anche degli 80 euro, che a detta sua, non sono affatto una mancia bensì una scommessa politica. 

“La più grande riduzione di tasse mai fatta e di aiuto al ceto medio”, ha tuonato, anche se attualmente quel ceto medio sta scomparendo nelle sabbie mobili della crisi. “Cercheremo di allargare il bonus”, ha promesso ancora, “senza però creare false aspettative”. E c’è da credersi visto il caro vita, la disoccupazione e la recessione che sta colpendo inesorabilmente lil Paese. Renzi è tornato a parla anche dell’articolo 18, il quale secondo lui, non rappresenta nessun problema perché non lo è mai stato e non lo sarà.  “L’articolo 18  riguarda 3mila persone in Italia ma è caratterizzato da anni e anni come l’unico problema delle tematiche giuslavoristiche”, ha precisato.  E poi: “Con la delega sul lavoro  riscriviamo lo statuto dei lavoratori, cambiamo gli ammortizzatori sociali, il che vuol dire guardare la luna anziché il dito. Il contratto a tutele crescenti è uno strumento su cui credo ci possa essere un’ampia maggioranza in ambito parlamentare”. E per finire Renzi promette che “alla fine dei 1.000 giorni, il diritto del lavoro sarà completamente riformato”.

Ora bisogna soltanto attendere se tutto ciò avverrà.

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