Rapporto Ocse: “Giovani senza futuro a causa di precise scelte politiche”

Pubblicato oggi il rapporto OCSE su giovani e occupazione, Italia penultima per occupazione giovanile e all’ultimo posto per competenze in lettura e matematica. I dati confermano ancora una volta un quadro desolante che certifica l’incapacità del nostro Paese di costruire opportunità alle nuove generazioni

ROMA – “I giovani del nostro Paese risultano senza futuro a causa di precise scelte politiche, caratterizzate da anni di austerità e di assenza di politiche espansive, che hanno esasperato la forbice fra i redditi e le disuguaglianze in termini di accesso a formazione e cultura e di opportunità lavorative, come testimoniano il crollo di 12 punti percentuali dell’occupazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni fra il 2007 e il 2013 e la cifra record del 26% di Neet sotto i 30 anni.” –  dichiara Riccardo Laterza, Portavoce nazionale della Rete della Conoscenza – “Credere ancora che questa situazione possa essere rovesciata smantellando diritti e tutele del lavoro, come è stato fatto con il Jobs Act, è pura ideologia di una classe dirigente politica ed economica che mira a una svalutazione competititva del costo del lavoro e non a un innalzamento complessivo delle condizioni culturali e materiali della popolazione”

“Il mismatch fra competenze e offerta di occupazione non è frutto di una formazione non all’altezza delle esigenze delle imprese, visto che il 31,6% dei giovani svolge lavori di routine che non richiedono competenze specifiche, ma al contrario di un mercato del lavoro che punta su manodopera a basso costo, dequalificata e altamente ricattabile, anziché investire in competenze e innovazione” dichiara Alberto Campailla, Portavoce nazionale di Link-Coordinamento Universitario – “Il Governo vuole iniziare a discutere di Buona Università? Partiamo dalla necessità di aumentare il tasso di laureati, arrivando almeno a triplicare le attuali risorse sul diritto allo studio, non dalla subordinazione dell’Università alle imprese o dalla divisione in atenei di serie A e serie B aggravando le disuguaglianze.

“L’Italia è all’ultimo posto per competenze matematiche di lettura, mentre il 17% dei giovani fra i 16 e i 18 anni vivono sotto la soglia di povertà: a maggior ragione continueremo a mobiltarci nelle prossime settimane contro il cosiddetto ddl Buona Scuola,” – conclude Danilo Lampis, Coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – “per chiedere con forza diritto allo studio e reddito di formazione contro la dispersione scolastica, garantendo a tutti l’accesso all’istruzione, e una strategia nazionale per il LifeLong Learning, il reinserimento nei cicli formativi e la formazione professionale per trasformare radicalmente la condizione di una generazione immersa in un mercato del lavoro a basse competenze e ad alto tasso di precarietà”

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