Come uccidere la Sanità. Facendo fuggire i medici all’estero

Sono aumentate del 600%  le fughe dei camici bianchi

ROMA – Emigranti in camice bianco e stetoscopio. In 5 anni sono aumentati di quasi il 600% i medici italiani che hanno scelto di praticare in altri Paesi europei: Francia, Germania, Svezia, Danimarca, Regno Unito e Svizzera in particolare, oltre che Stati Uniti. Secondo dati Istat, i professionisti che hanno chiesto al ministero della Salute la documentazione per esercitare all’estero sono passati da 396 nel 2009 a 2.363 nel 2014 (+ 596%). E nel 2015 per i soli laureati in Medicina e chirurgia, il dicastero di Lungotevere Ripa ha rilasciato 1.112 attestati di conformità e 1.724 attestati di good standing. Così non stupisce che solo nel Regno Unito, secondo i dati del General Medical Council, i medici italiani in servizio fossero più di 3.000 nel 2014. E tra il 2014 e il 2015 sono aumentati di circa 200 unità. “Oramai siamo a circa 1000 laureati o specialisti che emigrano ogni anno”, rileva uno studio di Anaao Assomed, il prinicpale sindacato dei medici ospedalieri,  che sottolinea come per l’Italia il costo della formazione per singolo medico si aggira intorno a 150.000 euro.  Un’emorragia anche economica, se si pensa che per l’Italia il costo della formazione per singolo medico si aggira intorno a 150.000 euro. Come se regalassimo mille Ferrari all’anno agli altri paesi europei ed extra europei. “Ovviamente il danno non e’ solo economico”, attacca il sindacato. “Noi perdiamo talenti, intelligenze, saperi professionali, sottratti per incuria alla sostenibilita’ qualitativa del nostro SSN e piu’ in generale allo sviluppo scientifico e culturale del nostro Paese”. Anche il blocco del turnover sta incidendo pesantemente sulle dinamiche di sostenibilita’ del nostro SSN. Il ricambio generazionale e’ bloccato e con esso quel trasferimento di conoscenze e capacita’ tecniche sostenuto dalla fisiologica osmosi tra generazioni professionali diverse: “Nel 2017 – si legge nel rapporto – se non cambiano le politiche sull’assunzione in servizio, l’eta’ media dei medici ospedalieri sara’ superiore a 55 anni, la piu’ alta nel panorama europeo e la seconda al mondo dopo Israele (Dati Oecd 2015)”. I dati parlano chiaro: l’assunzione del personale e’ bloccata dalla Legge 191/2009, che vieta, per questo settore, una spesa superiore a quella del 2004 ridotta dell’1.4%. Il turnover di fatto e’ limitato al 25-50% delle uscite. Dal 2009 al 2014 il numero dei medici dipendenti a tempo indeterminato si e’ ridotto di 7.000 unita’. Nelle Aziende sono cosi’ dilagate le assunzioni di specialisti convenzionati o con contratti atipici o libero professionali. 

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