Televisione. Riparte Agorà, la trasmissione che informa. Intervista a Vianello, sopravvissuto dai tagli Rai

ROMA – E’ partita questa mattina Agorà la trasmissione condotta da Andrea Vianello che per il secondo anno darà il buongiorno agli italiani parlando di politica, ma soprattutto  cercando di informare i cittadini … “anche i meno informati”. La formula è rimasta perlopiù la stessa della scorso anno che è stata di fatto premiata anche in termini di ascolti e come sottolinea Andrea Vianello, che abbiamo intervistato questa mattina telefonicamente,

“formula vincente non si cambia”. Dunque parterre eterogeneo di ospiti e fondamentale quest’anno maggiore interattività con il pubblico. Il lunedì puntata più breve dalle 8.00 alle 9.00 nei giorni successivi dalle 8.00 alle 10.00.

Abbiamo aperto l’intervista con Andrea chiedendo immediatamente le prime impressioni dopo la puntata di apertura.

A.V.   Siamo all’inizio di un lungo cammino abbiamo scelto di fare una puntata senza politici di professione, con la necessità di sentire punti di vista differenti per questo avevamo un politologo (Giovanni Sartori), un grande imprenditore (Mario Moretti Polegato), uno scrittore (Pietrangelo Buttafuoco) e una giornalista come Sara Varetto, insomma  un modo diverso per iniziare questo nuovo percorso di racconto quotidiano. A partire da domani Agorà sarà “completo” e si ricomincerà con le voci dei politici sempre però con questo taglio che permetta di far parlare anche i cittadini.

Lei ha una grande responsabilità, perché oltre  all’ambizione dichiarata  “di volere informare anche i meno informati” quest’anno è un po’ un superstite, essendo Agorà uno dei pochi programmi Rai insieme a Ballarò che si occupa di politica e di problematiche reali del paese. Si sente un “miracolato”, o in realtà il suo è un orario di sicurezza che quindi non va a contaminare il grande pubblico serale insomma è un programma considerato tranquillizzante, con “minori controindicazioni” rispetto ad Anno Zero o a una Dandini con Parla con me?

A.V Sono molto dispiaciuto che nel carnet Rai non ci sarà più un grande campione televisivo come Michele Santoro che raccontava la realtà in maniera suggestiva e diversa.  Stesso vale per “Parla con me” che riusciva a far ridere ma allo stesso tempo anche pensare. Rai 3 per fortuna sembra porti la sua declinazione della realtà in maniera completa. Pensiamo a Ballarò. Ieri sera è andata anche  in onda Presa Diretta che è effettivamente una telecamera accesa sul paese reale su ciò che accade, su ciò che non deve accadere, sulle denunce,  stesso discorso vale  per Report.

Rai 3 è rimasto insomma l’ultimo baluardo in termini di libertà giornalistica?

Mi sento fortunato a lavorare per Rai 3, inoltre il programma è stato “premiato” dall’azienda, dallo scorso anno in cui andava in onda in un orario bello ma comunque complicato (9.00 – 11.00)  è stato ulteriormente valorizzato. Per scelta dell’azienda si è deciso di mandarlo dalle 8.00 alle 10.00  si è puntato addirittura su un tipo di informazione  “hard” come dire un po’ più pura e meno di intrattenimento. Sotto questo aspetto mi sento dunque assolutamente fortunato. Mi prendo questa responsabilità di raccontare la realtà anche se è un compito difficile che va affrontato con intelligenza, equilibrio passione e curiosità.

A proposito dell’orario della trasmissione…. Il comunicato recita: “Agorà sveglia gli italiani a partire dalle 8.00”  io le chiedo Agorà ha l’intenzione  veramente di ‘svegliare’ gli italiani,  di ri-svegliare le loro coscienze e quindi renderli maggiormente consapevoli e anche attivi rispetto alle reali problematiche del paese?

Il gioco della sveglia è perché ci svegliamo un po’ prima noi rispetto allo scorso anno, anche se la maggioranza degli italiani a quell’ora è già sveglia…. Ma  può anche essere preso come un gioco di parole in effetti. Per decidere bisogna conoscere, conoscere per deliberare, secondo me un paese informato è un paese in grado di decidere in tutta coscienza quale strada deve prendere. Credo non ci sia mai abbastanza informazione. Sempre bene darne il più possibile. Quindi noi lo facciamo senza scrupoli e con la schiena ben dritta.

Si sente dunque abbastanza libero nelle sue scelte e decisioni?

Io mi sento libero. L’anno scorso abbiamo fatto quasi 190 puntate e non abbiamo avuto nessun tipo di condizionamento. Io e la mia squadra facciamo le nostre scelte consapevoli di essere un programma del servizio pubblico e lo facciamo con la nostra deontologia professionale. Non abbiamo avuto particolari polemiche … non abbiamo avuto di fatto condizionamenti.

E’ uscito un articolo su Libero dove lei viene etichettato come giornalista di sinistra sempre in prima linea per la libertà di stampa, contro la legge bavaglio..  si sente sotto osservazione?

Io ho fatto battaglie esplicite sulla libertà di informazione come membro della categoria erano tutte manifestazioni organizzate dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Le rivendico perché secondo me quello era un momento molto importante in cui bisognava far capire che perdere anche un solo pezzettino di libertà di informazione era ed è estremamente grave; da qui la necessità di vigilare. Sono battaglie queste in cui mi sento sempre in prima linea. Come pure l’autonomia del servizio pubblico, meno ingerenza c’è della politica all’interno del nostro mestiere e meglio è. Noi giornalisti  Rai siamo spesso additati come vicini a qualche corrente politica….

Una domanda sul rapporto che lei ha con il web, cosa pensa dell’attività giornalistica sul web, può essere uno strumento del futuro visto che (almeno per ora) sembra anche uno strumento più libero e meno controllato rispetto alla televisione e ai giornali, per questo motivo potrebbe andare con il tempo a sostituire la televisione e i giornali cartacei, che peraltro vivono un momento di crisi?

Secondo me dovrebbe essere un integrativo, io non ho mai pensato che le due visioni possano essere necessariamente in concorrenza. Adesso per esempio, noi che facciamo Tv ci siamo resi conto di quanto sia importante che il nostro programma abbia anche una vita nel web, cioè al di là di quello che è il nostro mezzo, considerato più generalista e un po’ più passivo. Avere anche un pubblico che attivamente partecipa al dibattito e lo prosegue sul web è estremamente significativo. E’chiaro che la rete è una prateria più difficile da recintare. Quello che però concorre sempre al nostro mestiere è che ci sia sempre la correttezza, la serietà, la verifica delle fonti, sono sempre cose prioritarie per guadagnarsi l’autorevolezza che credo sia un terreno conquistabile anche dal web. Il web è un’opzione in più, non lo vedo come un’alternativa.

Lo scorso anno la Santanché ha abbandonato lo studio e l’ha anche offesa, riprenderebbe senza problemi il filo del discorso con la Santanché da dove lo ha lasciato?

Si infatti mi aveva detto che ero peggio di Santoro!! Non so in che senso prenderla!  
Guardi  comunque domani la Santanché sarà in trasmissione, collegata con noi.  L’anno scorso dopo quell’incidente ci fu con lei un collegamento in diretta, per la manifestazione che aveva fatto Ferrara  a Roma  e quindi li avevamo già fatto “pace” quindi speriamo che domani si possa discutere tranquillamente. Con lei nella seconda parte parleremo dei promessi tagli ai privilegi dei parlamentari alla casta che non sono avvenuti.

Quindi domani una puntata con temi caldi…

La prima parte sarà più politica e generalista la seconda dedicata alle nostre inchieste, ai presunti tagli non arrivati alla casta.

Un’ultima domanda: la radio è stata il suo primo amore, lei ha vinto anche un oscar nel ‘93 come giornalista radiofonico. È più facile fare radio o tv? Inoltre  la concorrenza potrebbe venire anche dalla radio visto che più o meno nello stesso orario va in onda Radio anch’io (che peraltro lei ha condotto) e riesce a catturare magari l’attenzione di quel pubblico che la mattina non può  vedere la televisione?

Si la radio è la mia grande passione, sono stato in radio12 anni. Non ritengo  che la radio sia un mezzo inferiore alla televisione a dispetto di quanti considerano la televisione come un mezzo superiore e il passare alla televisione quindi una sorta di promozione.
E’ chiaro che  la televisione abbia un maggiore impatto, ma la radio è altrettanto importante, chi è bravo in radio è probabile che faccia più facilmente televisione. Sapere fare televisione non rende invece più facile fare radio, essere bravi in radio vuol dire essere bravi in tutto.
Le immagini hanno una fondamentale importanza che non è tutta coperta dal linguaggio, mentre la radio ci insegna a parlare in maniera continuativa quindi chi ha fatto radio bene se la caverà sempre. La radio insegna a non perdersi mai d’animo e ad un uso delle parole straordinario. Spero quindi un giorno di rifarla.

Non è escluso quindi un ritorno in radio…

Ma perché no!! sarebbe come ritornare a casa, si vivono le stagioni della propria carriera … l’ho condotta per tanti anni, è un pezzo del mio cuore, la rispetto tanto e so quanto è importante.
In termini di concorrenza con il nostro programma .. si ecco la radio da l’opportunità di ascoltarla anche in macchina. Con l’orario dello scorso anno in realtà eravamo nella stessa fascia di Radio anch’io… quest’anno cominciamo prima e poi, come dico sempre, c’è spazio un po’ per tutti non penso che ci daremo fastidio vicendevolmente!

Non resta che augurare un “in bocca a lupo” per questa nuova stagione di Agorà!

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