Alitalia. Berlusconi indagato per violazione di leggi in materia finanziaria

ROMA – Insider trading, aggiotaggio, truffa. Sono questi alcuni dei gravissimi reati formulati nell’esposto presentato dall’avvocato Francesco Toto, azionista della compagnia di bandiera,  grazie al quale la Procura della Repubblica di Lecce  ha aperto un fascicolo in cui il premier Silvio Berlusconi sarebbe indagato per violazione di leggi in materia finanziaria.

Atti che sarebbero già stati trasmessi alla Procura di Roma. La conferma è giunta da  Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore”  e fondatore dello “Sportello dei Diritti”. Toto, infatti,  nell’interesse anche di altri azionisti, obbligazionisti e creditori Alitalia, ha depositato presso la Procura  un dettagliatissimo esposto sull’operazione che aveva riguardato “la famosa trattativa sulla compra vendita di Alitalia e sulla  condotta tenuta da Berlusconi e dal Ministro dell’Economia e Finanze. Insomma, secondo le accuse formulate, Berlusconi, che tra il 2007 e il 2008 acquistò ben 380 mila azioni Alitalia,  avrebbe portato a termine l’operazione della compagnia di bandiera a vantaggio suo e dei suoi soci in affari.

Un’ipotesi che i tanti azionisti e obbligazionisti di minoranza, dopo essere stati estromessi dallo spacchettamento della compagnia di bandiera,  da mesi denunciavano a fronte di una situazione che li ha penalizzati pesantemente, a differenza delle promesse fatte proprio dal premier assieme al ministro  Giulio Tremonti. Vi ricordate la cantilena propagandistica: “Non perderete neppure un euro”, che durante la trattativa a Palazzo Chigi veniva pronunciata  all’infinito per trasmettere quel clima di sicurezza. Le cose invece sono andate molto diversamente e ora Toto assieme ad altri azionisti e obbligazionisti chiedono un risarcimento per questa grave azione “truffaldina”, in cui  si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano.
Un altro capitolo vergognoso di questo paese, dove la cricca degli affaristi ha avuto la meglio. Proprio alcuni giorni fa Colaninno si difendeva da questa affermazione, ribadendo che lui è un uomo che ha sempre votato a sinistra. Ben per lui, ma questa è l’ennesima conferma che quando si parla di affari e di convenienze il colore politico non fa nessuna differenza.

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