Immigrazione. 26enne marocchina denunciata mentre si sta sposando

MILANO –  E’ stata denunciata per immigrazione clandestina una cittadina marocchina di 26 anni che il 3 dicembre scorso si è presentata con il suo fidanzato 38enne milanese Palazzo Reale di Milano e i testimoni per sposarsi con rito civile, dopo che in Comune erano state esposte le  pubblicazioni  di Legge.

Secondo quanto messo nero su bianco dalla 26enne nell’esposto presentato dall’avvocato Simona Giannetti  alla Procura di  Milano e al sindaco Giuliano Pisapia, una volta giunti insieme con i testimoni nel palazzo di piazza del Duomo per il fatidico «sì», «una signora, che faceva le veci del Comune ci ha richiesto di porgerle i nostri documenti» e la cittadina marocchina, sprovvista di permesso di soggiorno, le ha consegnato il suo passaporto. «A questo punto un agente in borghese della polizia municipale ci ha chiamato in disparte e ci ha separati» si legge sempre nel racconto della donna, che spiega di essere stata controllata da una vigilessa in divisa e poi di essere stata «interrogata» da alcuni vigili in borghese rimanendo
«chiusa» per circa 2 ore e mezza in una stanza.

Dopo di che la donna ha spiegato di di essere accompagnata in auto al comando dei vigili di via Pietro Custodi dove «mi hanno sottoposto a domande sul rapporto con il mio fidanzato» per altre cinque ore e mezza. Nell’esposto la cittadina marocchina ha aggiunto che i vigili «non mi hanno consentito di avvisare nessuno» e che le sono stati tolti «il telefono, il braccialetto, la mia collana, il laccio per i capelli, la borsa con i miei effetti personali», nonché precisando che «come me, nella stessa situazione, quel giorno si trovavano anche una ragazza cinese e una romena». Alla fine della giornata la ragazza è stata denunciata per immigrazione clandestina «nonostante la stessa polizia municipale fosse al corrente del fatto che la sua posizione era tutt’altro che irregolare», dato che la richiesta di matrimonio era stata formalizzata presso il Comune con le pubblicazioni e l’ottenimento del relativo appuntamento per celebrare il rito.

«La medesima avvilente esperienza di trattenimento forzato» viene denunciata nell’esposto anche dal fidanzato e mancato sposo della 26enne. «Per due ore abbondanti in trattenimento forzato» da parte dei vigili che gli facevano domande sul rapporto con la donna marocchina, mentre lo stesso accadeva in un’altra stanza anche ai testimoni. «Avvilita e sconcertata» la coppia inoltra il proprio reclamo «perché non accada più nulla del genere, visto che ad oggi gli stranieri sprovvisti di permesso di soggiorno possono contrarre matrimonio in Italia e affinché venga a noi consentito una volta per tutte di coronare il nostro desiderio di unirci in matrimonio».

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