L’Aquila, operazione “do ut des”: Il cerchio si espande

ROMA – Operazione “do ut des”, coinvolto anche il sindaco de L’Aquila, Cialente Massimo. Sapeva con quali modi operava Carlo Bolino, responsabile dell’ufficio Viabilità, uomo chiave del Comune aquilano. 


Bolino affida l’appalto di via Vicentini, in completa autonomia, senza indire una gara d’appalto, all’impresa “Palmerini”. Appalto da 40 mila euro affidato a un imprenditore quasi di famiglia.
Gli agenti della squadra mobile intercettano, Ermanno Lisi, in quel momento assessore, che ne parla in diretta con il sindaco. Di questo affidamento, Cialente, sapeva benissimo. “Io voglio sapere, Bolino non può fare lui!”, continua Cialente, “poi perché non fa piccole gare? Perché le strade! Cazzo!”.
A novembre si sarebbero liberati nuovi posti all’interno dell’amministrazione comunale, così, il primo cittadino aquilano, invece di intervenire su Bolino, pensava di spostarlo a un’altra mansione, attraverso una “promozione”.
È in definitiva evidente, che il sindaco sapesse, quando, Lisi conclude: “Il problema delle opere pubbliche è Bolino, per la situazione che sappiamo”. Le intercettazioni risalgono al maggio 2010, nelle quali non era indagato Cialente, ma soltanto Lisi, che è stato poi archiviato.
Secondo gli inquirenti dalle registrazioni emerge un’altra facciata del “cerchio marcio”, che vede, il primo cittadino, raggirato.
“Non dirlo al sindaco”, si raccomanda Lisi, al telefono con Bolino. Cialente non doveva sapere che, i lavori in via Marconi, erano aumentati da 600mila euro a un milione. In tutto, 13 le perquisizioni, presso alcune ditte, abitazioni private e uffici del Comune dell’Aquila, nei confronti di attuali ed ex assessori, funzionari pubblici aquilani, ritenuti responsabili, insieme a imprenditori, tecnici e “tutto fare”, legati alla ricostruzione post-terremoto del 6 aprile 2009.

«È stato un fulmine a ciel sereno, mi sento fortemente tradito», aveva detto la settimana scorsa il primo cittadino dell’Aquila oggi dimissionario, a commento dell’operazione «Do ut Des». Sabato pomeriggio, dopo ore di riflessione, Massimo Cialente ha annunciato le sue dimissioni. “Decido entro lunedì, il ministro Triglia mi ha delegittimato credo ne abbia prima parlato con il premier Enrico Letta”.
Ancora una volta tradita la popolazione. Indetta un’assemblea cittadina, da associazioni e liste civiche, chiedono le dimissioni dell’intera Giunta.

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