Acqua. Arsenico, Rosati: tra 45 giorni potabile, avviato task force

ROMA  – “Si tratta di un problema vecchio che andava risolto con le risorse stanziate dalla Regione Lazio già nel 2005 per 13 milioni e 600mila euro.

Risorse, queste, con cui i comuni avrebbero dovuto smantellare completamente i vecchi acquedotti dal momento che il problema e’ proprio la fonte dell’acqua. I pozzi originari sono infatti di origine vulcanica e l’acqua di origine vulcanica, si sa, porta con se’ l’arsenico”. Così Antonio Rosati, commissario straordinario dell’Arsial, commenta alla Dire l’emergenza idrica.

Ma come sta affrontando l’Arsial la questione acqua all’arsenico? “Intanto- risponde Rosati- dobbiamo cambiare completamente la rete di approvvigionamento accedendo ovviamente all’acqua Acea, che e’ un’acqua ottima e ben gestita dall’azienda, come ben sanno tutti i romani che la usano quotidianamente. Entro quattro giorni completiamo poi la sede fisica dei serbatoi  mobili: si tratta di luoghi che rimarranno costantemente alimentati dalle autobotti di acqua potabile, in modo che i cittadini possano costantemente avere acqua potabile nelle loro case”.

“In corso c’e’ un’indagine- aggiunge-, ma nel frattempo abbiamo creato una task force, un gruppo di lavoro coordinato dal capo di gabinetto di Zingaretti, il dottor Venafro, con le Asl, con l’Acea, con i comuni interessati e con la sovraintendenza. Tra 45 giorni due zone e circa 200 utenze avranno di nuovo un allaccio definitivo per l’acqua potabile. Naturalmente si avanzerà per gradi: 4 mesi, 6 mesi, 8 mesi… Ma ho il dovere di dire ai cittadini la verità: in alcune aree ci vorrà un anno,  anche un anno e mezzo per risolvere il problema. Anche perché

dobbiamo sapere che in alcuni casi parliamo di una rete di oltre 120 km di tubazione e quindi ci vorrà del tempo. Ma mai si comincia mai si risolve il problema”. (Dire)

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