Torino. Muore in ospedale dopo aborto con pillola Ru486

ROMA-  A Torino, precisamente nell’Ospedale Martini, una donna di soli trentasette anni è morta poche ore dopo aver abortito mediante la pillola Ru486.

Si sospetta che la causa del decesso sia stata un’embolia: la donna, già mamma di un bambino di 4 anni, dopo aver assunto un farmaco per bloccare la gestazione, si sarebbe recata in ospedale mercoledì per assumere la seconda parte dei medicinali utili per completare l’aborto. Colpita da una crisi respiratoria, la donna è morta alle 22.45, dopo vani tentativi di rianimazione.

Per quanto riguarda possibili collegamenti tra il decesso ed il farmaco, stando alle dichiarazioni del ginecologo Silvio Viale: «non vi è alcun nesso teorico di causalità con il mifepristone, perché non ci sono i presupposti farmacologici e clinici. A differenza del mifepristone, sono gli altri farmaci utilizzati nelle interruzioni volontarie di gravidanza, sia mediche che chirurgiche, che possono avere effetti cardiaci, seppure raramente: la prostaglandina in primo luogo, già individuata come responsabile di decessi e complicazioni cardiache, ma anche l’antidolorifico e l’antiemorragico utilizzato in Italia di routine in quasi tutti gli aborti in ospedale e a domicilio».

Il mifepristone è uno steroide sintetico utilizzato per l’aborto chimico nei primi due mesi della gravidanza. Prodotto sotto forma di pillola, chiamata Ru486, venne introdotto in Italia nel 2010, ventidue anni dopo la commercializzazione in Francia.

Il team dell’Ospedale si mostra incredulo davanti all’accaduto: «era tutto regolare, abbiamo effettuato un’ecografia e gli esami sia la prima sia la seconda volta che la signora è venuta qui per l’interruzione. Solo dopo il suo primo malore l’abbiamo sottoposta a un ecocardiogramma che ha rivelato la fibrillazione, e siamo intervenuti per rianimarla». Il direttore sanitario Paolo Simone, esclude la possibilità che siano stati commessi degli errori.

Mentre negli Stati Uniti sono stati registrati otto casi di intolleranza letale al farmaco, in Italia non era mai accaduto prima che una donna morisse a seguito dell’assunzione di farmaci per interrompere la gravidanza.

Il ministero della Salute ha aperto un fascicolo sul caso ed è stata richiesta una relazione alla regione Piemonte sulla base della quali si prenderanno i provvedimenti adeguati. Non resta che aspettare i risultati dell’autopsia per chiarire la causa di questa morte inspiegabile.

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