Opera Roma. Esternalizzati coro e orchestra. Franceschini, scelta dolorosa, ma necessaria

ROMA  – «L’esternalizzazione di coro e orchestra decisa dal cda è un passaggio doloroso ma necessario per salvare l’Opera di Roma e ripartire». Così il ministro della Cultura, Dario Franceschini. «Il sovrintendente Fuortes – aggiunge il titolare del Collegio Romano – ha chiarito bene che i musicisti se vorranno, potranno, come avvenuto da altre parti, dare vita a un’orchestra nuova, basata su relazioni trasparenti, sulla qualità e sull’innesto di giovani talenti, che punti a ricostruire con il Teatro un nuovo e diverso rapporto.

Del resto non dimentichiamo che la situazione era diventata talmente insostenibile da costringere pochi giorni fa il Maestro Muti ad andarsene platealmente. Non dappertutto è successo questo e anzi con le stesse identiche regole altre Fondazioni Lirico Sinfoniche, come Scala e Santa Cecilia, all’opposto dell’Opera di Roma, hanno avuto buoni bilanci e ottime relazioni con i musicisti, crescendo di qualità sino a raggiungere i criteri per l’autonomia del decreto che ho firmato proprio ieri». 

«In una decisione così drammatica, questo procedimento coinvolgerà 182 unità di personale su 460, mentre non riguarda gli altri 278», ha precisato il sindaco di Roma Ignazio Marino, giustificando così la decisione presa dal cda: «a questo punto ci troviamo in una situazione di risanamento avviato ma con una differenza di entrate previste che può essere calcolata in 4,2 milioni», derivanti dalla frenata degli abbonamenti e dalla fuga degli sponsor. Il sovrintendente dell’Opera, Carlo Fuortes, ha precisato che «dall’outsourcing di orchestra e coro si stima un risparmio di circa 3,4 milioni», e ha spiegato: «da domani si avvia la procedura di licenziamento collettivo, poi ci sono 75 giorni per individuare un percorso successivo coi sindacati; se si organizza tutto nel migliore dei modi, dal 1 gennaio il Teatro potrebbe avere una nuova orchestra e un nuovo coro». Che vanno individuati «in chiusura della fase di licenziamento collettivo», ha aggiunto Fuortes, «auspicando che gli artisti e i musicisti che ne fanno attualmente parte si riuniscano e fondino un soggetto che possa offrire un servizio basato sulla qualità artistica». Infine, il sovrintendente ha rilevato che «il percorso individuato oggi è molto utilizzato in Europa: in Spagna, da Madrid a Valencia, tutti i teatri d’opera hanno orchestre e cori esterni, e lo stesso accade a Vienna e ad Amsterdam, mentre Parigi ha ben tre enti lirici formati in questo modo». 

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