Camorra. E’morto Carmine Schiavone, il boss pentito dei rifiuti

NAPOLI  – E’ morto Carmine Schiavone, cugino del capo clan dei Casalesi Francesco, che nel 1993 aveva iniziato un percorso di collaborazione con la giustizia, svelando gli intrecci tra imprenditori del settore rifiuti, politica e clan, che aveva consentito lo smaltimento illegale di centinaia di tonnellate di rifiuti anche pericolosi e tossici tra Casertano e Napoletano, la cosiddetta Terra dei Fuochi.

Schiavone e’ deceduto per un arresto cardiaco, c0ome ha riferito lo stesso nipote che ha confermato il ricovero in ospedale a causa di una caduta. “Il decesso, però – ha precisato -, è dovuto a cause naturali non alla caduta”. Al momento non si hanno informazioni sui funerali dell’ex boss dei Casalesi, per i quali bisognerà comunque attendere l’esame dell’autopsia, il cui incarico sarà affidato domani.  Schiavone era nato a Casal di Principe il 20 luglio del 1943 era stato l’amministratore e il consigliere del clan dei Casalesi. Figlio di un commerciante di agrumi e di una casalinga, era cugino del boss Francesco Schiavone detto Sandokan.  Inizio’ a collaborare con la giustizia nel maggio del 1993 facendo sequestrare beni del clan per 2.500 miliardi. Dalle sue dichiarazioni nacque il processo “Spartacus I e II”. Prima ancora del processo, l’operazione porto’ all’arresto di Francesco Bidognetti nel

1993 e di Francesco Schiavone nel 1998. Il maxi processo Spartacus e’ considerato, per importanza, alla pari del maxi processo di Palermo contro Cosa nostra. Iniziato nel 1998, le sentenze di primo grado arrivarono nel 2005, quelle di appello nel 2008 e il terzo ed ultimo grado il 15 gennaio 2010.  Grazie alle dichiarazioni di Carmine Schiavone e altri pentiti, il colpo per il clan fu molto duro: vennero condannati all’ergastolo Schiavone, Bidognetti e molti altri importanti esponenti in quel periodo latitanti come Michele Zagaria e Mario Caterino. Attualmente era libero, il programma di protezione era terminato nel luglio del

2013 e nelle ultime interviste continuava a ripetere “Sono pentito di essermi pentito”. Nel 1972 mentre si trovava in carcere per una condanna per tentata estorsione conosce Mario Iovine ed e’ proprio con Iovine che, una volta scarcerati, si mette in “affari” curando un giro di truffe. Nel 1981 fu “battezzato” dalla camorra insieme al cugino Francesco “Sandokan”: proprio in quegli anni era in corso la guerra tra i cutoliano e la Nuova Famiglia; Schiavone, insieme ad altri gruppi casertani, si schiera contro Cutolo, una guerra che fara’ decine e decine di morti. Con Iovine creo’ il “sistema dei consorzi”. Aveva raccontato di essere lui a contrattare con le grosse imprese, con gli appalti, i subappalti. Tutte le attivita’ che passavano attraverso la provincia di Caserta fino a Latina erano controllate dal clan, poi c’erano gli appoggi, a Firenze, a Bologna, a Reggio Emilia, a Roma. Si occupa anche della fornitura di droga, ma con il divieto assoluto di spacciarla nel Casertano, soprattutto a Casal di Principe. Il 7 ottobre 1996 fu sentito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti (verbale desecretato il 31 ottobre 2013), per spiegare come e’ stata avvelenata la Campania.

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