Naufragio. Migrantes e Caritas, tornare a ‘Mare nostrum’

ROMA – “Non ci si puo’ fermare ad un’operazione Triton, che da subito abbiamo considerato e contestato come insufficiente a salvare le persone in mare, occorre fare uno sforzo unitario in Europa, per un’operazione che abbia le stesse caratteristiche di ‘Mare Nostrum’ e non sia quindi un semplice controllo di frontiere, ma diventi veramente un presidio umanitario del Mediterraneo, che possa salvaguardare la vita delle persone”.

Lo afferma ai microfoni della Radio Vaticana monsignor Giancarlo Perego, il direttore della Fondazione Migrantes che fa capo alla Cei. 

Secondo il prelato, inoltre, accanto “ad un’operazione di presidio del Mediterraneo” che stabilisca “un corridoio umanitario”, serve “un piano sociale europeo di tutela dei richiedenti asilo, piu’ risorse”. “Non si puo’ in questo momento lesinare risorse attorno ad un tema, ad una tragedia che e’ cosi’ grave”, spiega Perego sottolineando che “lo sforzo dell’Europa deve essere importante e di tutti i Paesi europei, compresa l’Italia e tutte le regioni italiane, impegnate in questo sforzo importante”. “Non si puo’ di fronte a queste morti, ancora una volta – ammonisce il direttore dell’organismo Cei  – parlare di conti, parlare di economia e non guardare invece, anzitutto, alla salvaguardia della vita delle persone”. Serve subito varare “un’operazione ‘Mare Nostrum’ di carattere europeo, che possa veramente diventare un canale umanitario per salvare la vita di tante persone in fuga”.

    Anche secondo il direttore della Caritas italiana, don Francesco Soddu, “l’idea di un’Europa inespugnabile sta barcollando sotto i colpi di una umanita’ disperata che in fuga dai propri paesi sta mostrando il volto peggiore degli effetti della globalizzazione. Iniquita’, conflitti, ideologie sono i fattori che determinano il costante aumento dei flussi di profughi verso il continente europeo”. E Olivero Forti, responsabile per l’immigrazione della Caritas Italiana, interpellato anche lui da Radio Vaticana, aggiunge: “ormai noi siamo stufi e indignati nel contare morti in mare. C’e’ bisogno di un’operazione – italiana, europea o per mano dell’Onu – che salvi queste vite, perche’ se continuiamo a discutere su chi dovra’ fare questa operazione,nelle prossime settimane e nei prossimi mesi si ripeteranno tragedie di questo tipo, e noi non vogliamo piu’ che questo accada”. “La situazione – infatti – e’ preoccupante, perche’ chiaramente i flussi  aumentano”.

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