Ilva: Fabio Riva domani interrogato in carcere a Taranto dal gip

TARANTO – Fabio Riva, l’industriale dell’acciaio arrestato venerdi’ sera all’aeroporto di Fiumicino dopo il suo rientro da Londra in Italia, domani sara’ interrogato in carcere dal gip di Taranto, Patrizia Todisco.

Si tratta del magistrato che a novembre 2012, nell’ambito dell’inchiesta sul disastro ambientale dell’Ilva, firmo’ l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’ex numero due del gruppo Riva, ordinanza sino a venerdi’ sera rimasta inapplicata perche’ Fabio Riva si era rifugiato a Londra per sfuggire all’arresto. L’imprenditore aveva fatto anche ricorso contro la decisione favorevole all’estradizione presa dalla corte inglese su istanza della Magistratura italiana.

Sono due i nodi giudiziari che attendono Fabio Riva nei prossimi giorni. Uno e’ domani ed e’ l’interrogatorio del gip di Taranto per il disastro ambientale contestato all’Ilva, azienda di proprieta’ della famiglia Riva e amministrata tra gli altri dallo stesso Fabio. L’altro, invece, e’ martedi’ 9 giugno a Milano dove si terra’ la prima udienza di appello per il processo che lo vede imputato di truffa allo Stato. In pratica, aggirando la normativa della legge Ossola che disciplina i contributi all’export, Fabio Riva avrebbe fatto indebitamente percepire all’Ilva soldi pubblici per 100 milioni di euro. Per questa vicenda Fabio Riva e’ stato gia’ condannato in primo grado a sei anni e sei mesi ed e’ destinatario di un mandato di arresto europeo ai domiciliari da parte del gip di Milano. Provvedimento restrittivo, quest’ultimo, che la Guardia di Finanza venerdi’ sera gli ha notificato appena sbarcato a Fiumicino da Londra mentre ha eseguito direttamente quello del gip di Taranto – anche qui un mandato di arresto europeo – che prevede la detenzione in carcere. Il processo di appello di Milano e’ previsto che si chiuda il 19 giugno e Fabio Riva avrebbe manifestato ai suoi legali l’intenzione di voler essere presente alle udienze. E’ accusato di associazione a delinquere e truffa.

Oltre all’industriale, il Tribunale di Milano a luglio dello scorso anno ha condannato anche Alfredo Lo Monaco della svizzera Eufintrade Sa a 5 anni e Agostino Alberti, ex dirigente di Ilva Sa (societa’ svizzera del gruppo Riva) a 3 anni. Inoltre, la societa’ Riva Fire, imputata per la legge 231 del 2001 sulla responsabilita’ amministrativa degli enti, e’ stata condannata a una multa di 1,5 milioni di euro. Per i tre imputati e la societa’, il Tribunale di Milano ha anche stabilito la confisca di 90,8 milioni di euro. I pm Stefano Civardi, titolare dell’inchiesta insieme a Mauro Clerici, aveva chiesto per Fabio Riva e Lo Monaco una condanna a 5 anni e 4 mesi, per Alberti a 3 anni e 4 mesi. Il pm aveva anche chiesto la confisca alla societa’ e ai tre imputati la confisca di 91 milioni di euro complessivi e per la Riva Fire una multa di 2,25 milioni di euro. Ma se il processo per la truffa contestata dai giudici di Milano e’ andato avanti e ora sta per concludere l’appello, per il reato di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di sostanze alimentari e all’omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro contestato a Fabio Riva e, a vario titolo, ad altre 48 persone dalla Procura di Taranto, si e’ ancora nella fase preliminare.

La Procura ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per tutti ma il gup Wilma Gilli non si e’ pronunciata ancora nel merito. Era previsto inizialmente che lo facesse in questo mese ma poi le vicende legate alla richiesta di patteggiamento avanzate dall’Ilva spa e la necessita’, per la societa’, di ottenere il via libera preventivo del Mise, hanno fatto slittare questa scadenza. L’Ilva infatti e’ in amministrazione straordinaria da gennaio scorso mentre da giugno 2013 e’ gestita da commissari di Stato. La nuova udienza preliminare del processo ambientale di Taranto e’ ora fissata l’1 luglio e si presume che il gup Gilli possa pronunciarsi nello stesso mese sia sulle richieste della Procura che sui patteggiamenti proposti. In quanto all’interrogatorio di domani da parte del gip Todisco, Fabio Riva potrebbe anche avvalersi della facolta’ di non rispondere riservandosi di parlare in un secondo momento. Probabile che lo faccia nell’udienza dell’1 luglio. In ogni caso, se Fabio Riva ha deciso di tornare in Italia e costituirsi per dare ai giudici la sua versione dei fatti e rispondere ai capi di accusa, e’ cosa che solo l’interrogatorio di domani potra’ cominciare a svelare. L’industriale ha deciso autonomamente, dopo essersi consultato con i suoi avvocati, di tornare in Italia e consegnarsi all’autorita’ giudiziaria. Non ha aspettato a Londra il giudizio di appello contro l’ok all’estradizione, verdetto che sarebbe arrivato nel giro di qualche mese. Nel carcere di Taranto Fabio Riva e’ stato collocato in una cella definita di “di transito”. Per prassi, infatti, i detenuti che per la prima volta finiscono in carcere vengono prima ascoltati dall’intero staff multidisciplinare dell’istituto: medico, psicologo ed educatore. Quando gli esperti avranno condiviso le conclusioni dei singoli incontri si sceglie poi la nuova collocazione, ovvero se cella singola o insieme ad altri reclusi.

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