Terremoto L’Aquila. Ricostruzione post sisma, 7 arresti e 11 avvisi di garanzia

ROMA – Il Corpo forestale ha bloccato un importante sistema di attività criminosa organizzata finalizzata alla corruzione, induzione a dare e promettere denaro e altre utilità, turbativa d’asta e falso nel campo degli affari legati alla ricostruzione post terremoto in Abruzzo.

Settanta unità dei comandi provinciali di Pescara e Perugia del Corpo forestale stanno dando esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare reale e personale a firma del Gip del Tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea, che prevede la custodia cautelare agli arresti domiciliari di sette persone tra pubblici ufficiali, tecnici progettisti e imprenditori residenti nei comuni di Perugia, Gubbio, Assisi, Pescara, Popoli e Bussi sul Tirino (Pescara), nonché il sequestro preventivo di una somma che supera i 330mila euro calcolata come profitto conseguente al reato di corruzione. Le indagini, coordinate dal procuratore capo di Pescara Cristina Tedeschini e dai sostituti procuratori Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio, hanno preso il via dalle dichiarazioni di un imprenditore umbro, aggiudicatario di tre appalti per la ricostruzione degli aggregati edilizi nel comune di Bussi sul Tirino per un valore pari a 8 milioni di euro a cui il direttore dei lavori ha richiesto la corresponsione di una tangente in denaro di 960mila euro, pari al valore del 12 % degli appalti al fine di dividerla con altri tecnici coinvolti.

Grazie alle dichiarazioni dell’imprenditore e alle   successive indagini della Forestale attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni presso le sedi umbre delle società di costruzione, acquisizioni documentali presso gli Uffici Tecnici della ricostruzione del cratere aquilano, e informazioni testimoniali di quanti a conoscenza dei fatti, è emersa l’esistenza di un piano (definito Piano Abruzzo dagli stessi indagati nelle loro comunicazioni interne) e finalizzato a gestire in modo unitario e sistematizzato l’attività della ricostruzione degli edifici interessati dal sisma del 2009. Tale sistema era mirato a conseguire un illecito profitto mediante l’aggiotaggio e quindi la preventiva assunzione dei numerosissimi incarichi di progettazione degli aggregati edilizi del cratere aquilano, in maniera da acquisire indebitamente una posizione di sostanziale monopolio degli appalti, anche attraverso la corruzione di pubblici ufficiali, allo scopo di imporre all’esterno condizioni contrattuali ‘capestro’ per ditte costruttrici, tali da costringerle ad erogare rilevanti somme di denaro per accedere al mercato degli appalti della ricostruzione, agevolati dalla totale contribuzione   pubblica. A fronte di questi dati la Procura oltre ai reati di corruzione, induzione a dare o promettere utilità, turbata libertà degli incanti e falso ha contestato anche l’associazione a delinquere. Il buon esito dell’istruttoria per la richiesta del contributo veniva garantito dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico della Ricostruzione 5 del cratere aquilano che, come contropartita della vendita degli atti del proprio ufficio, otteneva la promessa della corresponsione di rilevanti somme di denaro (importi pari al 5% del valore degli appalti per un importo di circa euro 29 milioni di euro) oltre alla corresponsione di utilità (quali lavori edili gratuiti presso un abitazione di proprietà, la disponibilità di un autovettura e l’assunzione di un familiare presso una ditta affidataria dei lavori). 

Le dichiarazioni di un altro imprenditore umbro, che ha già presentato richiesta di patteggiamento della pena, hanno consentito agli inquirenti di rafforzare l’impianto accusatorio e apprendere che lo stesso pubblico ufficiale posto a capo dell’Ufficio Tecnico della Ricostruzione Aquilana si era fatto distaccare presso l’ufficio di un comune limitrofo della provincia aquilana, nel tentativo di turbare la gara pubblica per la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di ricostruzione ex novo di una scuola elementare e materna ottenendo in cambio di atti contrari al suo ufficio la somma di 10mila euro in contanti con la promessa di ulteriori 130mila euro da erogarsi in base ai vari Stati di Avanzamento del lavoro (Sal), somma divisa con il Responsabile Unico del Procedimento (Rup) della gara d’appalto, anche lui sottoposto agli arresti domiciliari. Sono in corso le perquisizioni della Forestale nelle sedi umbre delle società al fine di acquisire ulteriore documentazione e i controlli a L’Aquila negli uffici dell’Autorità per la ricostruzione, per sequestrare tutto il carteggio riguardante fatti analoghi in altri comuni del cratere aquilano, sulla base dell’ipotesi che per gli indagati lo stesso sistema illecito sarebbe stato replicato anche per i lavori in corso presso la città capoluogo del distretto.  

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